Il fatto
è che, da antica populista della linea B, non riesco a
trattenermi dall’intervenire dopo aver letto dichiarazioni, analisi, commenti e
interpretazioni sull’omicidio di Vanessa
Russo. Discorsi, peraltro, in buona parte centrati sul tema immigrazione.
Non mi
trattengo, dunque, e porgo qui un episodio che risale ad alcune settimane fa, in
una delle mattine, sempre uguali, dove migliaia di persone sono costrette a regredire
al rango di animali, comprimendosi, strattonandosi, insultandosi per poter
raggiungere le rispettive destinazioni.
Otto del
mattino, linea B, tratta Rebibbia-Termini. La vostra eccetera, che non sempre
riesce a trovare spazio disponibile non dico per leggere, ma per respirare,
viene spalmata sul proprio vicino da una persona che, alle sue spalle, si fa largo
verso l’uscita. Col passare dei secondi, la persona diventa sempre più violenta
nello spintonare chiunque si trovi nel suo tragitto. Normale. Finalmente
lo vedo: è un giovane uomo, di bell’aspetto, giacca, cravatta, valigetta
manageriale. Quello che non molti anni fa si sarebbe definito uno yuppie. L’ultimo
passeggero vicino alle porte, all’ennesimo pugno ricevuto, mormora: “Che
maniere”. Il giovane uomo, che aveva già un piede sulla banchina, si blocca. Si
gira, fa una specie di ghignetto da belva, afferra per la maglietta il
passeggero, lo tira a sé e lo lancia letteralmente contro di noi. Quindi, se ne
va (lanciandoci, in fluente italiano, un vaffanculo).
Ecco: costringere,
giorno dopo giorno, una vera e propria folla in condizioni inaccettabili e poi
affermare – come viene fatto da tre giorni a questa parte -che la metropolitana
di Roma è efficiente e funziona a meraviglia- perché tanto i mostri vengono
sempre da un imprecisato fuori – ebbene, è cosa intollerabile.
Ps. Il
racconto di Gianni Biondillo che apre Incubi
è ambientato in un vagone della metropolitana: che, evidentemente, è il luogo
della nostra contemporaneità più consono all’orrore. Non a caso.
Lipperini, scrivi: “Ecco: costringere, giorno dopo giorno, una vera e propria folla in condizioni inaccettabili e poi affermare – come viene fatto da tre giorni a questa parte -che la metropolitana di Roma è efficiente e funziona a meraviglia- perché tanto i mostri vengono sempre da un imprecisato fuori – ebbene, è cosa intollerabile.”
Sottoscrivo ogni singola parola.
Blackjack
Una volta un mio amico mi ha detto che molti problemi che noi imputiamo a mancanza di verità sono dovuti invece a mancanza di spazio. E’ così.
Sottoscrivo le virgole.
[Ste]
Doveva trattarsi della stessa macchietta che ho avuto il piacere di incrociare sul terminal per Fiumicino a luglio.In evidente ritardo a una colazione dei campioni questo portaborse da oratorio sacramentava come un ipocondriaco verso chiunque si frapponesse al posto in prima classe prenotagli in ritardo da una segretaria con la testa tra le nuvole.Non mi piacque troppo questo manager da “Cronaca Vera” minacciare fisicamente un forestiero disabile,che gli riservò un sacrosanto sguardo da zoo,reo di intralciare la carreggiata con “quelle grucce di merda”.Se mai gli dei volessero darmi una seconda occasione d’incontrarlo in una giornata storta,non dovrete stupirvi se nell’underground de noantri doveste vedere un ex rampante a scartamento ridotto vagare in mutande in presenza di chiari segnali relativi a uno stadio confusionale,e da un’altra parte seduto in terra un sardo di strada,indossante un soverchiante abito di ottima foggia, strimpellare Amazing Grace con una cornamusa cinese
Io non ho capito bene che cosa sia successo fra le due ragazze rumene e la ragazza romana e che cosa abbai scatenato il litigio tragico.
Riguardo però a ciò che accade quotidianamente sui mezzi pubblici di Milano posso dire di aver visto spessissimo “brave persone ben vestite e del colore giusto della pelle” trattare da cani la gente intorno, specialmente extracomunitari o ragazzini. Ci sono un sacco di persone incazzate nere con la vita e con il mondo che scatenano sui mezzi pubblici una specie di gara a dimostrare che, loro sì, sono campioni del “vivere civile”, che, loro sì, sono in grado di farti la predica giusta per dimostrarti che sei un incivile, un ragazzo maleducato, un extracomunitario che farebbe meglio a tornarsene da dove è venuto… Ho visto sciurette tirar fuori le peggiori parolacce, distinti signori anziani pestare apposta i piedi a ragazze di colore che avevano la colpa di avere le gambe un po’ troppo al centro del corridoio del tram, al solo scopo di farle reagire e poter gridare “tornatene al tuo paese”, signore impellicciate trattare da ladri teppisti 14enni la cui unica colpa era di essere un po’ sudati e chiassosi come è giusto che sia…
Eh, prendiamo un numero dato di topi, alleviamoli in uno spazio equo e poi aumentiamo gradatamente la densità dei topi: incominceranno a mordersi la coda, a manifestare comportamenti sessuali aberranti e a darsi ad orge di asocialità fino al cannibalismo e al suicidio collettivo.
Morale: non sono i topi ad esser cattivi, bensì è lo spazio ad esser cattivo per i topi. Ovvero, non è questione di topo ma di topos.
Comunque è anche una questione di indole.Ho visto in Campania situazioni ferroviare che in altre parti avrebbero portato quasi certamente a rivoluzioni sanguinose,affrontato con uno stoicismo filosofale che sublimava il disagio in arte
Il mio professore delle medie un giorno ci disse: “l’uomo ha bisogno di spazio per vivere” mi colpì quella frase e non riuscii a capirla fino in fondo, soltanto anni dopo, quando dal paesello mi trasferii in città riuscii a capirne veramente il significato e mi viene in mente ogni volta che sono in uno spazio ristretto stretta come una sardina. Quando sono in coda da un semaforo all’altro, da una rotonda all’altra e suonano clacson e volano ingiurie, quando gli orologi sono spiati con ansia penso che sì si ha bisogno di spazio ma anche di tempo per vivere. Lucia
Lucia mi ha ricordato un episodio analogo col mio prof. di filosofia al liceo, che disse più o meno la stessa cosa a proposito di spazio urbano e sul fatto che ormai, nelle città, circolassero troppe persone e troppe automobili. Io lo ammiravo, e lo ammiro tutt’ora, però lì per lì, all’epoca, piccolo snob avvelenato da letture ultraprogrssiste, la ritenni un’osservazione banale, quasi reazionaria, sic!
A Milano le linee della metro sono associate ai colori, forse era meglio abbinarle al girone dell’inferno della Divina Commedia…
ma che cavolo c’entra questo con l’episodio della metro di Roma? il yuppie incontrato da Loredana era solo un coglione, che in altri tempi avrebbe espresso la sua coglioneria in altro modo… uno uccide per la Metro affollata? oppure la gente è diventata maleducata e cafona perchè la Metro è affollata? 35 anni fa prendevo tutti i giorni l’autobus per andare alle elementari ed erano lenti e affollati, proprio come oggi. e allora?
E allora che? Qui mi pare che non si stesse parlando dell’omicidio di Vanessa Russo, e per la stessa Lipperini, mi sembra, l’episodio ha costituito soltanto uno spunto per alcune osservazioni a margine.
Non fare caso ai nostri dilettantistici tentativi di fare della sociobiologia, di sicuro tu avrai in tasca una spiegazione convincente del perché la ‘gente’ è diventata più ‘maleducata e cafona’ rispetto a 35 anni fa, e sulle cause dell’omicidio di Vanessa Russo saprai dare la tua interpretazione valida ed esaustiva…
Sinceramente non mi pare che tutti gli articoli apparsi sulle testate nazionali fossero incentrati sul tema dell’immigrazione.
Non mi importa della nazionalità ma del fatto che hanno ucciso una giovane donna e potrebbero scontare una pena NON commisurata al reato.
Il resto non conta. E’ assolutamente superfluo.
Il confronto con la differenza genera stereotipo e generalizzazione, shock culturale. Lo prova l’immigrato e l’autoctono, esprimendo polarità che si scontrano spesso. E’ più facile riconoscere la complessità culturale in noi stessi che in chi proviene da un altro paese. All’immigrato dedichiamo stereotipi, raramente perché siamo “cattivi” , spesso per semplificare, per comprendere attraverso un processo cognitivo fatto di scorciatoie, apparentemente più chiaro. Credo che a volte (spesso? boh…) sia l’immigrato che l’autoctono giacciano sulla stessa retta, con un’indentica direzione ma con versi opposti. Insomma, quello che voglio dire è che la semplificazione agisce sia con gli italiani che con gli stranieri. In genere ci si accontenta di scorciatoie. Che possono generare orrori.
Ah… Oggi 1 maggio sto lavorando. Ma come, un meridionale dalla provincia di Trrrapani che lavora. Addirittura il 1 maggio! 😉
Abbracci e baci.
mi chiedo che cosa significa: potrebbero scontare una pena non commisurata al reato.
che potrebbero farne di più? di meno?
per quello che mi riguarda la tragedia avvenuta a roma apre anche una finestra sulla consueta insipienza della nostra stampa.
perchè io credo che quel giorno in metropolitana le vittime siano state tre, e non una sola.
vogliamo renderci conto che protagoniste sono tre ragazze intorno ai ventanni? e che quello che poteva essere solo uno dei tanti episodi ai quali assistiamo quasi quotidianamente si è trasformato in una tragedia che di vite ne ha distrutte tre?
io non riesco a vedere la ragazza italiana come una santa stroncata sulle soglie di una fulgida carriera.
vedo solo tre ragazze con vizi e difetti, con tre vite complicate, pesanti, tre ragazze che si sono affrontate e rovinate il futuro.
e di fronte a questo una stampa subito pronta a cavalcare la folla urlando con lei.
non sarà un caso se all’inizio ci si era lanciati contro le nomadi borseggiatrici. poi si è dovuto fare marcia indietro. fortunatamente per i nostri giornalacci (e sfortunatamente per noi) non tanto da mettere in crisi la categoria degli extracomunitari violenti, ma quasi.
nessuno che si sia posto un dubbio. e nessuno che fino ad ora abbia avuto voglia di pensare anche alla disperazione di due ragazze di 20 anni costrette a prostituirsi per cercarsi uno straccio di vita decente.
questo con tutto il rispetto del dolore di chi ha visto la morte entrargli in casa. ma con tantissima comprensione per chi invece parenti intorno a soffrire per loro sembra che non ne abbia.
Non so a che pena verranno condannate le due del metro, ma noto un’ ondata giustizialista che mi puzza tanto di razzismo.
Qualche anno fa Ion Cazacu, un operaio rumeno, chiese al suo datore di lavoro, Cosimo Iannece, di non lavorarepiù in nero. Il buon Cosimo prese una tanica di benzina e gli diede fuoco. In primo grado venne condannato a 30 anni, in secondo e in cassazione a sedici, ridotti a 13 con indulto. probabilmente è già fuori.
Il bello è che alla lettura della sentenza Iannece si alzò in piedi indignato urlando “Non è giusto!”
Sono sicuro che molti, di fronte a questo caso di omicidio preterintenzionale, urlerebbero indignati “Non è giusto!”, nel caso fosse comminata una ragionevole pena di 13 anni.
Invocando la pena di morte o lì’ ergastolo per le due “rumene assassine”
Mi dispiace, non sono d’accordo. Una persona che prende una tanica di benzina e dà fuoco a un’altra persona deve stare in carcere. E anche una persona che prende un ombrello e lo scaglia contro un’altra persona deve stare in carcere. Punto. La maggior parte dei datori di lavoro non brucia i propri dipendenti. La maggior parte delle prostitute non ammazza ragazze in metro. Io, anche nei momenti peggiori della mia vita, anche nei momenti più incazzati,non farei né la prima azione, né la seconda. Chi arriva a tali esplosioni di violenza deve scontare i suoi anni. Straniero o italiano.
Sociologismo e psicologismo no, grazie.
biondillo, dopo aver previsto la sollevazione di chinatown, ha previsto l’ombrellata: non è che porta sfiga?
Non ho capito bene, qualcuno pensa di dover comminare una pena bassa a un essere umano che uccide un altro essere umano ficcandogli un ombrello nel cranio perchè nei vagoni della metro non c’è spazio?
gli assassini di marta russo, dieci anni fa esatti, vennero condannati a sei e quattro anni.
si trattava di assistenti universitari italiani..
Non vedo perchè queste due sfigate, solo perchè sono prostitute rumene, debbanno essere condannate all’ ergastolo e non al massimo, a diciotto anni, la pena più alta prevista per l’ omicidio preterintenzionale.
Due pesi e due misure per ricchi e poveri, per cittadini e stranieri?
qui non si tratta di comminare una pena bassa, qui si tratta di non comminare una pena sull’ onda dell’ emozione mediatica.
Uno dei fondatori di Forza italia fino ad ora è stato condannato a nove anni di galera.
Mi credete se vi dico che non se ne farà neanche uno, dentro? non ritengo che le due prostitute, solo perchè avranno avvocati peggiori, debbano finire in galera per il resto della loro vita. Un qualsiasi cittadino italiano (non povero in canna) sarebbe già stato scarcerato dal Gip in attesa del processo. vedi il caso Franzoni..
Io parlo di questo caso e di questi vostri commenti, e torno a chiedere se il disagio è un’attenuante per l’omicidio, ai vostri occhi.
Parlo di voi, qui, di quel che pensate voi, delle vostre reazioni istintive e di come le esprimete, non di quel che succede poi per ogni singolo caso in tribunale, ché anche queste si faranno pochissimi anni…
VOI pensate che l’essere stretti come topi in metropolitana sia un discorso adeguato, davanti a un caso di omicidio?
Leggendo Lise, poi, che paragona questo caso alle parolacce e ai piedi pestati di qualche donnetta incivile, viene da pensare che si mettano sullo stesso piano l’inciviltà di modi e l’omicidio. Per dirla in soldoni: che una vita umana stroncata sia comparabile a un callo pestato o a un insulto subito.
No, Alcor. Io non penso questo e non mi pare che nessuno lo pensi.
Semplicemente, trovo che ci siano condizioni ambientali in cui alcune feroci, orribili, spaventevoli, condannabili reazioni si verifichino più facilmente che in altre. Semplicemente, ho trovato deliranti gli articoli di non pochi quotidiani – specie romani – dove, a fronte della caccia all’immigrato, ci si affrettava a dar conto dell’efficienza e delle meraviglie della metropolitana romana. Questo, alle mie orecchie, strideva.
Non faccio sociologia. Osservo i media, come spesso mi capita.
x Alcor: …viene da pensare che si mettano sullo stesso piano l’inciviltà di modi e l’omicidio…
è esattamente il contrario: è proprio l’incredibile contrasto tra la futilità delle situazioni e l’epilogo tragico che può derivarne che mi sgomenta!
Ecco, oggi ai funerali è scoppiato il razzismo.
Ci caschiamo sempre.
esatto, loredana. l’atteggiamento dei media, che carica la gente, che ricarica ancora i media e così via. in una spirale senza fine. che fa vomitare chi invece vorrebbe un giornalismo vero.
so bene che di karl kraus ce n’è sempre uno su centomila, nella migliore delle ipotesi. ma c’è qualcuno che sa indicarmi il kraus di oggi?
quanto al fatto, cerco di sintetizzare ulteriormente la mia idea:
nessuno potrà mai sapere quello che è successo realmente quel giorno in metro. non lo potrebbero la migliore nè i migliori giudici nè i giornalisti più seri, figuriamoci quelli che ci toccano.
ma di una cosa mi sento di dirla: che nessuno quel giorno voleva uccidere. tirare un’ombrellata non significa voler uccidere.
io, e chiudo, continuo a vedere tre povere ragazze vittima del caso e di una storia più grande di loro.
p.s. perchè non proviamo a pensare alle tre ragazze come tre ragazze, e non come una ragazza italiana (già beatificata) e due prostitute romene? secondo me aiuterebbe.
scusate gli orrori (proprio con la o) di ortografia e sintassi. per la fretta ho saltato la rilettura ma… sigh!!!!
[I]”…l’atteggiamento dei media, che carica la gente, che ricarica ancora i media e così via, in una spirale senza fine”…[/I]
Abbastanza sconfortante, anche oggi (oggi più che mai, mi sa), vedere i media cavalcare la tigre. Davvero…