“Loro hanno un lavoro e la pancia piena. Non hanno un briciolo di cuore per chi ha bisogno di tutto. Nessuna pietà. Sono la vergogna dell’Italia”.
“Inziate a usare i fucili contro tutti sti rompi coglioni”
“Vi donerei quattro sganassoni diciamo che è più una dichiarazione di intenti, se volevo essere offensivo avrei usato altri termini che, mi creda, conosco in abbondanza e si applicano tutti a persone come voi”
“spero che sapendo che state giocando con la vita di persone vere, da dietro le vostre comode scrivanie, riusciate comunque a dormire bene”
“Cosa ce ne faremo di quella gentaglia, non hanno nessun rispetto per il dolore e i problemi vostri.”
“È una vergogna prendersela con della povera gente abbandonata da due anni e che prova a risorgere”.
“Burocrati impettiti di boria e di sapere. Parassiti i quali vivono succhiando le ultime risorse”
“NON FATELI.AVVICINARE AL.PIAN GRANDE,NON SOLO AL PAESE!”
“queste persone insensibili devono farla finita di voler decidere della nostra vita”.
“questi ambientalisti der cazzo li dobbiamo prendere a calci in culo quando si presentano nei nostri territori, non vengano a insergniacci niente dettando assurde leggi dalle loro comode poltrone. LASCIATECI VIVERE,!!!!!!!”
“Certe questioni i nostri avi le risolvevano diversamente”.
“Purtroppo oggi non si può più fare”.
Questi sono solo alcuni dei commenti postati in due pagine Facebook che fanno riferimento a Castelluccio di Norcia. Non li pubblico casualmente, nel giorno dei porti chiusi in Italia. Certo, si tratta di situazioni diverse: da una parte c’è il pugno di ferro di un governo che è diventato tale forte di un consenso generalizzato contro i migranti, dall’altra c’è un paese sfibrato dalla dimenticanza e dall’incertezza sul proprio futuro che spinge per una soluzione devastante (il Deltaplano ovviamente: qui, in proposito, un ottimo intervento di Leonardo Animali).
Eppure, l’atteggiamento è simile, se non uguale. E si riaggancia all’ultimo post, quello di venerdì, ponendo un problema che dobbiamo risolvere. Come si parla ai penultimi? Non con lo scopo di “redimerli”, che qui c’è poco da redimere, c’è il tentativo di salvare quel che resta del nostro essere comunità. Con lo scopo di capirci. Con lo scopo di non crepare di solitudine, di rancore, di rabbia, che è quello che rischia di toccarci in sorte, a tutti.
Forse quello che voleva dire mario è appunto che i penultimi non vanno rinchiusi nelle loro rozza fraseologia , nel loro modo di esprimersi sui social o a favore di telecamera, ma capiti nelle loro ragioni. Nel dibattito pubblico sarebbe giusto dare spazio a queste ragioni a queste istanze ( che sia chiaro possono essere ssbagliatissime) ma che comunque meritano di essere discusse nel merito. invece che sbandierare i loro commenti affrettati, sarebbe meglio cercare di dare spazio a un interlocutore, a una rappresentanza che rispetti la loro dignità