Notizie sparse.
Valerio Evangelisti firma l’introduzione di Storia dei Vampiri di Matthew Beresford, Odoya editore, e scomoda Marx e il paganesimo. Quanto meno, un modo per orientarsi nella incessante invasione editoriale del momento: che, attenzione, conosce alcune varianti. Intanto, i lupi mannari di Shiver, pubblicato da Rizzoli (naturalmente, con un bel cuoricino in copertina, e con un sogno che ha ispirato l’autrice, Maggie Stiefvater, identico a quello che diede a Stephenie Meyer l’idea di Twilight: urgono sonniferi che inibiscano la fase Rem). In secondo luogo ci sono gli angioletti. Esce domani Baciata da un angelo, per Newton Compton: praticamente Ghost, ma un po’ peggio. In terzo luogo, Fazi, appena coniugato con Gems (il gruppo Mauri Spagnol), propone nell’esordio di Elena P.Melodia, Buio un’eroina bellissima che mozza il fiato a tutti i ragazzi che incontra e che a pagina 13 dice di sè: “Ogni tanto mi capita di pensare a come sarebbe la mia vita se fossi brutta, se non avessi gli occhi verdi, che mi piace piantare addosso ai ragazzi per metterli in imbarazzo, o i capelli neri e lisci, lucidi da far invidia a una geisha, o questo corpo che rimane magro, qualunque cosa mangi. Come sarebbe la mia vita? Sarebbe un unico, colossale, irrimediabile schifo. Pensatela come volete. La verità è che la bellezza è una forma di potere”.
I modelli libreschi proposti alle adolescenti sono dunque questi: come si vede, non va affatto meglio rispetto a quelli dei magazine per teens, o a quelli televisivi.
Riprendo le parole di Annamaria Testa su NuovoeUtile:
Dobbiamo costruire un nuovo immaginario. Nuove narrazioni. Una visione più ampia, contemporanea ed etica dell’essere donne e uomini in questo paese, nel nostro tempo. Dobbiamo trovare un linguaggio semplice e autentico, capace di rompere il gergo dell’ideologia. Dobbiamo istituire alleanze. Inventare forme d’azione efficaci. E dobbiamo cominciare adesso.
Care scrittrici e cari scrittori, specie se vi cimentate con testi che verranno rivolti ai più giovani, avete qualcosa da dire?
Ciao Anita!
Tocchi un problema importantissimo. Nessuno vuol dire, mai, che sono belli i libri “didattici”, prescrittivi, noiosamente corretti. Assolutamente. Quello che intendo dire è che la fantasia è tale se riesce a superare gli stereotipi e a raccontare personaggi, non macchiette. Altrimenti è l’esatto contrario.
I libri che ho citato, secondo me, sono brutti. Brutti dal punto di vista narrativo, non ideologico: scritti tenendo presente uno schema precostituito, e non seguendo la fantasia. Nati per vendere, non per allietare un lettore con una bella storia.
Anche io credo nel potere delle parole e nella bellezza della scrittura: e ti assicuro che mi accaloro quasi più per questo che per un personaggio offensivo.
Un bel personaggio è un gesto d’amore per chi legge. Un dono. Questi, secondo me, sono un gesto di disprezzo.
Perdonami la durezza, Anita: certo che puoi aggiungermi, mi fa un grandissimo piacere.
Volevo innanzitutto complimentarmi per questo blog. Sono d’accordo con la sua analisi e trovo strano, se non buffo, che i libri citati siano scritti da donne.
Sono convinto che per ognuno di quei libri che ne siano migliaia che gli editori non pubblicano e che, al contrario di essi, possono insegnare modelli migliori di questa specie di velinismo letterario a cui ci si sta abituando.
La colpa è degli editori? Degli scrittori? Non lo so. Forse entrambi.
Un saluto!
Capisco cosa intende dire ed è giusto che ognuno mantenga le proprie idee e il proprio punto di vista. Non è stata dura, assolutamente.^^
C’è gente che tratta “il mio parere” molto peggio. Anzi, è stato bello confrontare due prospettive diverse (eppure non troppo lontane).
Aggiunta al mio blog, verrò a visitarla spesso.
Anita Book
Dai 13 ai 16 anni mi sono sparata i tomi più pesanti della letteratura classica. I miei preferiti erano gli autori russi (Tolstoj, Cecov, Nabokov…), ma anche Shakespeare, Forster, Woolf, Ovidio…mattoni che oggi faccio fatica a riprendere in mano ma allora compensavano e sanavano il mio lato oscuro. Io non avevo nessuna guida culturale ero sola alla deriva delle librerie. La cosa più sensata era rivolgersi al passato per poter capire il presente.
Da allora sono passati 15 anni ma le generazioni sono cambiate drasticamente.