Domani, a Casalecchio di Reno, comincia Politicamente Scorretto. L’iniziativa è importante e sarà visibile anche via web. Questo è l’intervento di presentazione di Carlo Lucarelli.
Fra le tante cose che lo scrittore di "gialli" ha sempre fatto
scrivendo ce n’è una in particolare: ficcare il naso nelle cose che non
vanno e raccontarle.Dai gialli classici apparentemente innocui come
quelli di Agatha Christie ed Ellery Queen, agli "hard boiled" con
connotazioni sociali come quelli di Raymond Chandler e Dashell Hammett,
fino al "noir" disperato di James Ellroy e Patrick Manchette, passando
attraverso gli italiani come Giorgio Scerbanenco, Sandrone Dazieri,
Massimo Carlotto, Giuseppe Genna e tutti gli altri, la letteratura di
genere non ha fatto altro che raccontare la metà oscura della società,
analizzandola, criticandola e denunciandola. E’ stata insomma, e fin
dall’inizio, una letteratura "politicamente scorretta",
fisiologicamente votata a mettere in scena i meccanismi del potere,
della corruzione, dell’intrigo e della sopraffazione. In una parola,
"romanzo sociale", o meglio: "romanzo politico".
Da questo punto di vista la funzione della letteratura di genere in
Italia sembra ancora più decisiva. Sia per la quantità di misteri
presenti nella storia nazionale, misteri dai risvolti nettamente
criminali, sia per l’impulso che il noir ha dato recentemente ad una
letteratura come la nostra che sembrava aver sottovalutato il realismo
e i temi sociali.
Ma è vero tutto questo? Sta accadendo in Italia adesso quello che era
accaduto nel cinema negli anni ’69 e ’70, con i film di Francesco Rosi,
Damiano Damiani e altri grandi registi? O si tratta soltanto di un
bluff?
Lo scopo degli incontri e dei dibattiti è proprio questo: mettere
assieme alcuni scrittori italiani e mettere a confronto questa
letteratura di genere con settori vicini come quello dell’inchiesta
giornalistica e dell’inchiesta giudiziaria e cercare di scoprire se il
"giallo" sia davvero e fino a che punto "politicamente scorretto".
Una risposta, per esempio, l’ha data Andrea Comotti con il suo “L’organigramma”, liberamente scaricabile in rete. Non dico dove per non alimentare l’assurda leggenda metropolitana secondo la quale io non farei che spammare a destra e a manca, notte e dì, per tutta la blogosfera:- / (figurarsi, uno schivo e sobrio come me!)
L’ORGANIGRAMMA è un libro che, se fossi Giulio Einaudi, pubblicherei IMMEDIATAMENTE.
Gius, se tu fossi Giulio Einaudi avresti qualche problema di comunicazione in più (bisogno di un medium e di un tavolino a tre gambe per farti ascoltare, ecc.), ben altro che i casini che ti combina fastweb con la posta elettronica 🙂
Giro, però il libro va letto, è essenziale: una messa in ggioco del politico e dello storico in un fantastico che regge. Richiamavo Giulio Einaudi, ma potevo scrivere Arnoldo o Livio: è a quella editoria lì che mi rifacevo… Oh, ma interventi come quello su Liberazione li piazza la Lippa e su Carmilla non vanno? Avevi ragione al 1000 per 1000!
Giuseppe, indovina quanto bene ti voglio…
Gius, lo sai che di critica io non capisco una mazza, non sono capace di badare a me stesso e sono anche iperattivo, bisogna che mi calmi che mi fa male alla salute (riassumo) 🙂
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