Del progetto SUR di Minimum Fax si è parlato parecchio: qui, comunque, trovate le necessarie informazioni. C’è un altro progetto che nasce in questi giorni. Questa la scheda:
“CARACO’”, in napoletano arcaico, vuol dire chiocciola. Un nome simbolico, dal momento che CARACO’ sarà la prima casa editrice italiana a vendere i propri libri soltanto on-line. L’intento è quello di offrire, grazie al totale abbattimento del costo della distribuzione, libri di buona qualità a prezzi ridotti. La vendita sarà infatti “diretta”: via web e attraverso un ricco calendario di presentazioni, e presso punti di promozione durante gli spettacoli teatrali, i congressi, i convegni con i quali la casa editrice collaborerà.I lettori potranno scegliere tra varie collane:I singoli , racconti brevi (30.000 battute ca.);Testimoni: storie che raccontano storie e testimoni del nostro tempo (fino a 120 pag.);Teatri di carta: drammaturgia contemporanea, grandi classici del teatro, materiali di studio.
Perché Caracò?
Caracò è un termine arcaico napoletano, vuol dire chiocciola, vista la caratteristica della diffusione on line dei nostri libri, ci sembrava un nome adatto.
Ma i libri li stampiamo?
Sì i libri li stampiamo, solo l’acquisto viene fatto on line
Ma i lettori comprano on line?
Amazon.it, nata a Natale del 2010, ha venduto benissimo.
Da studi fatti , il 15 % di chi compra in internet, acquista libri, si pensa che in Italia questa cifra raddoppierà entro poco.
Ma escludiamo la vendita in libreria?
Per i primi due anni l’escludiamo, poi se le cose dovessero andare in maniera davvero fantastica, ci trasformeremo in società e diventeremo una casa editrice classica. Ma questo lo dovranno decidere i soci.
La vendita on line è l’unica possibile?
No, parteciperemo anche a fiere e mostre (magari in partner con altre case editrici in modo da dividere i costi onerosi). Inoltre pensiamo di consociarci con festival teatrali dove presentare i nostri libri. Inoltre ogni socio si può fare promotore delle classiche presentazioni di libri in ogni luogo possibile.
Ma facciamo stampa a pagamento?
No, assolutamente no! Possiamo solo stampare progetti o cataloghi richiesti e sovvenzionati dalle istituzioni. CARACO’ NON è UN MODO PER FAR SOLDI.
Chiunque può pubblicare con noi?
No. La qualità del nostro lavoro sarà fondamentale. Saremo editori per passione e non per lucro.
Caracoles in portoghese ( penso pure in spagnolo) vuol dire chiocciola, lumaca!
E’ singolare che costoro si definiscano la “prima” casa editrice italiana a vendere libri esclusivamente online. Ma quando mai? Le edizioni Solid, tanto per fare un esempio, facevano la stessa cosa NOVE anni fa, e non credo proprio sia stato l’unico caso.
Magari il progetto sarà buono, ma certo non fa buona impressione questa ignoranza, volontaria o meno, di ciò che si fa in Rete in materia di editoria. Questo mi ricorda quanto è successo nel corso dell’ultimo anno, quando ogni singola casa editrice che ha cominciato a vendere e-book ha dichiarato di essere “la prima in Italia” a farlo. Si vuole passare per innovatori, e invece si dà l’impressione di non sapere neppure cosa succede al di fuori della porta di casa.
Beh, è indubbio che siamo in un momento di passaggio e il libro sta cambiando, si va modificando la sua struttura, il modo di fruirlo… Adesso chi abbia iniziato prima, dopo, mi sembra trascurable, anche perché é lo sviluppo della tecnologia che sarà fondamentale. Adesso, ad esempio, è un po’ che non se ne parla più, perchè l’industria informatica e quella editoriale sono tutte concentrate sui contenuti per e-reader, tablet, smartphone… ma nessuno ricorda che fino a qualche tempo si parlava di “e-paper”? Quella sorta di foglio in materiale sintetico, flessibile e pieghevole praticamente quasi come la carta, che includeva video, tastiera e chissà cos’altro. E con questa specie di computer cartaceo giornali, libri, web, mail, (forse anche telefono?) assumerebbero altre forme, così come la loro produzione, la distribuzione e la fruizone. Insomma non c’è da sposare, secondo me, una singola soluzione, ma un mix di formule che si incroceranno, si succederanno, si collocheranno a seconda dei target cui si rivlogeranno, all’uso che se ne farà, al persistere del digital-divide… Certo ci vorrà del tempo (credo che Caracò avrà tutto il tempo, per compiere la sua strada, anche se fosse lenta come una lumaca), ma, almeno quando ragioniamo degli scenari futuri della trasmissione di contenuti informativi e culturali, ritengo dovremo essere il più possibile aperti, dotati di una buona elasticità mentale e forniti di un’indispensabile flessibilità di pensiero.
Mi sembra di capire che caracò gravita intorno al mondo del teatro e alla drammatrugia…
Al di là della divisione tra Singoli e Testimomi chissà se i caracò hanno un qualche taglio editoriale,,,
tra i Singoli, ad esempio, troveremmo dalla narrativa esistenziale al western?
Quali sono i mari che solcheranno i caracò?
D.
Mi permetti di accodarmi al commento di Vanamonde. Solo per una questione di correttezza e precisazione. Fra gli altri, basti pensare ad ARPANet, o la piccolissima Camelopardus, o NEO Edizioni, o a Intermezzi Editore la quale, proprio come propone SUR, oltre alla vendita online, si rifà a un rapporto di fiducia coi librai in Italia. Eccetera eccetera.
Ma a parte questo, credo sia giusto e assolutamente importante segnalare queste nuove realtà editoriali. Bisogna sperare che il lettore trovi la fiducia necessaria ad accostarsi alle novità e superi la propria pigrizia; che sia curioso e provi, nonostante non l’abbia avuto prima fra le mani, ad acquistare questi libri, verificandone poi la qualità. Per mio conto, ho avuto bellissime sorprese: libri curatissimi, belli da maneggiare e odorare; ma soprattutto, belli dal leggere.