Motivi per farsi un sorrisetto: lo stupore collettivo sulla motivazione ufficiale fornita da Cofferati per la mancata candidatura a sindaco di Bologna. Lo so che è banale sottolinearlo, ma se a dire “privilegio la famiglia” fosse stata una sindaca, avremmo avuto un editoriale di plauso de Il foglio, un elzeviro di Lucetta Scaraffia sull’Osservatore Romano e chiusa là.
Motivi per essere curiosi: il prossimo romanzo di Amélie Nothomb, Causa di forza maggiore, che uscirà a febbraio. Nell’attesa, Voland manda in libreria fra un mese esatto due racconti, L’entrata di Cristo a Bruxelles e Senza nome. Copioincollo:
“Nella prima novella il protagonista Salvator, dopo aver compiuto un’azione orribile, fugge da Parigi e arriva a Hong Kong dove intraprende un nuovo lavoro e assistito dalla fortuna diventa smisuratamente ricco. Torna nella sua città natale dopo diciotto anni e si innamora della bellissima Zoe dai lunghi capelli profumati e dal passato ombroso. Il bene e il male si confondono in un’unica persona e il passato dei due innamorati si scontra in un colpo di scena finale.
Senza nome è l’incredibile viaggio di un uomo nel “Grande Nord”. Partito alla ricerca della donna dei suoi sogni, il protagonista s’imbatte in un’avventura che gli sconvolgerà la vita. La potenza di un sogno, una visione, un’esperienza trascendentale e insieme reale si abbattono su di lui. La scoperta di un piacere devastante e inimmaginabile lo libera e lo rende schiavo per il resto della vita”.
Motivi per essere perplessi: l’uscita di The Mist, tratto da uno dei racconti più belli della raccolta Scheletri di Stephen King. La nebbia, appunto. Magistrale, terribile, implacabile per la coerenza della struttura (ed era difficile). Sembra che il film sia una solenne schifezza: ma temo che non resisterò.
Motivi per essere contenti: le mail e le telefonate che mi stanno arrivando per l’annunciata operazione, che dovrebbe essere fra una settimana e che, ovviamente, mi terrorizza (e mi terrà lontana dalla rete per qualche tempo, suppongo). Grazie.
Capisco quello che vuoi dire, solo che nel caso di Cofferati il sospetto è più che legittimo, al di là del gender. La convinzione fortissima in città è che lo sceriffo, dopo quattro anni di scelte al tempo stesso disgreganti e incolori (è un ossimoro? è una sinestesia? boh, è come mi sento di definire quel che ha non-fatto l’amministrazione), e temendo un’uscita di scena ingloriosa – oppure una ri-vittoria affannosa di quelle che ti fanno stringere le chiappe -, si sia inventato un modo di tagliare la corda, ehm, “nobilitante”, rimangiandosi la dichiarazione di giugno che a sua volta si rimangiava quell’altra che a sua volta si rimangiava…
Messer Tentenna è arrivato a Bologna, ha devastato quel che poteva devastare, e adesso se la svigna lasciando agli altri le macerie. Le macerie di una città di cui non gli è mai fregato niente, che ha scelto fin dall’inizio di non ascoltare, con la quale ha non-coltivato il non-rapporto più anaffettivo immaginabile. Bologna era il suo purgatorio, ma la purga l’ha fatta bere agli altri. Ora se ne va bello bello, con l’ennesima “indecisione irrevocabile” (espressione di Flajano usata oggi su Repubblica), felice neo-padre a cui il primogenito oggi adulto (che trascorse l’infanzia vedendolo solo nei ritagli di tempo) bene farebbe a togliere il saluto per sempre. Se ne va, plumbeo come lo abbiamo sempre subito, ma simulandosi felice, e forse felice veramente, felice della propria irresponsabilità e del proprio – diciamo pane al pane – nichilismo. Bologna non era mai scesa tanto in basso. Un uomo di ben modesta caratura. Agli storici e ai mitologi, a chi studia gli abbagli collettivi, capire perché, per un breve periodo di tempo, costui fu creduto abile e grande. Il problema è: adesso chi se lo piglia? Chiunque se lo pigli, saranno cazzi amari. Da Bologna a questo “chiunque” giunga un avvertimento: se lo vedi muoversi nella tua direzione, sappi cosa è successo a noi.
loredana,
a te era piaciuto l’ultimo Né di Adamo né di Eva?. Secondo me il suo più bello rimane comunque Igiene dell’assassino.
quanto a cofferati valga per tutte l’ambo di La Repubblica con foto di coffertai più bebé vestito fin de siecle in copertina più giovane moglie e vignetta clamorosa di bucchi Stiamo cercando nuove fonti di crisi rinnovabili.
è una crisi rinnovabile che un uomo non si ricandidi per fare il padre. ehm.
chi
Aderisco come una cozza nerissima e incrostata di alghe allo scoglio del commento di Wu Ming 1. Mi ha letto il cervello, accidenti. E lo legge a migliaia di cittadini bolognesi, ri-accidenti.
E’ da ieri mattina che considero la rinuncia di Cofferati l’unico motivo di buon umore di queste giornate plumbee.
Quanto al gender: l’attenzione di Cofferati alle esigenze della compagna e del bimbo non è credibile, punto. Non perché lui è un uomo e lei una donna, ma perché lui è Cofferati e in questi anni ha fatto ciò che Wu Ming 1 ha ben descritto.
Dichiarazioni vuote, quando doveva farsi eleggere, dichiarazioni vuote nei cinque anni di amministrazione. Un modo di rifarsi il trucco, ora che i sondaggi lo danno perdente. E per giunta uscendo dalla stanza di Veltroni, che di trucco e cerone se ne intende. Peccato (per loro) che il cerone sia di scarsa qualità e tenda a colare al primo sudore.
Scusate questa intrusione di bolognesità, ma non è faccenda solo locale, come le cronache dei prossimi mesi – temo – dimostreranno.
“Voglio dedicare più tempo alla mia famiglia” è la scusa standard dei politici USA costretti a dimettersi perché sputtanati.
Quindi dev’essere un’idea di Uolter
😉
Vero che le sue motivazioni non sono credibili, ma resta il fatto che se Sergio fosse stato che so, Luciana, avremmo avuto dalle destre ben altre reazioni. Quelle che Loredana ha indicato, appunto.
Detto questo, da bolognese (che pure Cofferati lo ha votato) non posso che confermare tutto quello che scrive WM1. Tra l’altro aspettiamoci da qui ad aprile un po’ di maquillage alla città, che peraltro è già cominciato: pochi giorni prima dell’ormai “mitico” incontro coi cittadini di San Donato (dove vivo da sempre) sono improvvisamente comparse nel quartiere le tanto favoleggiate “piste ciclabili” (altra solenne presa per i fondelli della giunta: come si fa a chiamare pista ciclabile una striscia di vernice bianca tirata a dividere in due un marciapiede?)
in america non è piaciuto the mist, le recensioni italiane invece sono più benevole. secondo me se le sono piaciute le altre trasposizioni di Daramport, allora gusterà anche questa
Sì, chi vive a Bologna sa cosa c’è in realtà dietro la scelta di Cofferati. Per questo poi leggo l’articolo della De Gregorio sull’Unità, per es., e penso che… prima bisognerebbe informarsi (strano dirlo a un giornalista)! 😉
Interesserà a nessuno, ma dal prossimo novembre starò a casa anch’io quattro mesi col mio piccino (Lorenzo ha otto mesi). :)))
Per chiunque: non perdetevi “La classe” di Laurent Cantet.
Film bellissimo, che parla anche di noi.
Sono curioso di vedere La Classe: il libro non mi ha entusiasmato
Non hai tutti i torti…
Uh augurerrimi Loredana per l’operazione.
Io credo però di capire la Lipperina sulla questione Cofferati, il quale pippa è stata come sindaco ma la questione della famiglia non l’ha tirata fuori solo adesso, a quel che ho capito. In ogni caso da donna trovo più intelligente attaccarlo sulla qualità delle sue prestazioni di sindaco che sul fatto che si dichiara attaccato alla famiglia. Non sono per altro sicura che i confini siano così netti nella vita di chiunque – non ci credo che un bimbo di un anno in casa non crei conflitti di qualche tenore o problematiche. Credo che tutto sia più sfumato, che le problematiche con la famiglia o i desideri per la famiglia siano venuti incontro alla figura di merda ecco. Ma non credo che fossero puramente pretestuali o inesistenti. In questa polemica mi sembra di vedere una persona che al momento è talmente mal vista che tutte le dichiarazioni e scelte che fa sarebbero occasioni per attaccarlo.
– Non si ricandida e lascia Bologna nelle Macerie
– Si ricandida – e ci ha la faccia da culo perchè Bologna son tutte macerie
Non voglio sindacare sui sentimenti che si è attirato – evidentemente un motivo ci sarà. Quello a cui almeno io faccio caso sono le dinamiche collettive nel gestire questi sentimenti.
Lasciatevelo dire da un bolognese che lo aveva pure votato: questa di Cofferati è una scusa per poter battere in ritirata. Dopodiché, PER FORTUNA non si ricandida! Abbiamo un peso in meno sul cuore, la sua presenza impediva alleanze a sinistra ecc. Ma lui l’uso politico della famiglia lo ha inaugurato molto presto: campagna elettorale a braccetto con la consorte sotto i portici, dichiarazioni mielose e tutto il resto, e appena eletto si scopre che c’ha l’amante giovane che è pure incinta, ma va’, va’, va’….
… felice neo-padre a cui il primogenito oggi adulto (che trascorse l’infanzia vedendolo solo nei ritagli di tempo) bene farebbe a togliere il saluto per sempre
da persona immersa fino al collo nella “famiglia”, aderisco fortemente a questa frase del post Wu Ming; anzi sono rimasta quasi male perché avevo aperto per scrivere io una cosa analoga e mi scopro preceduta;
è che, in generale, anche su altre questioni, ho una certa diffidenza per le folgorazioni tardive sbandierate per farsi belli sulle macerie lasciate in giro dai vecchi errori;