Questa campagna elettorale, dunque.
Dove sento parlare di vittorie, di derby, di avversari da annichilire. Ma dove non sento parlare di progetti, e tanto meno di progetti europei.
Questa campagna elettorale, dunque.
Dove scatta una annoiata voglia di sangue da parte dei molti che si accingono a guardare i talk show con l’account twitter già aperto per commentare battuta dopo battuta. Pollice su e pollice giù, come ai vecchi, vecchissimi tempi.
Questa campagna elettorale, dunque.
Dove si sgomita per una poltrona in un salotto televisivo. Dove si punta a un rialzo che in realtà è un ribasso, convinti che la visibilità sia non un valore, ma IL valore, e non importa cosa ci metti dentro quella visibilità ottenuta, e quali progetti, e quali obiettivi.
Questa campagna elettorale, dunque, non è la mia.
La mia è anomala e verrebbe bocciata da ogni comunicatore, figurarsi. Si svolge nelle librerie e nei luoghi frequentati dai lettori (ma anche nei mercati, ma anche nei circoli di quartiere). E’ fatta di racconti e, magari, di utopie. In una parola: non è in nulla diversa da quanto ho detto e scritto negli ultimi dieci anni. Semplicemente, è confluita in un progetto.
La mia campagna elettorale è un manifesto. Perché delle battutine spiritose e delle risse e del tutti contro tutti, grazie, faccio a meno.
La mia campagna elettorale è qui. Nel manifesto di Culture Action Europe che faccio mio, virgole incluse. E che mi impegno ad attuare: sia nel caso venissi eletta, sia in caso contrario, nel mio lavoro quotidiano.
Questa campagna elettorale, dunque, fatta di persone, di incontri vecchi e nuovi, di case in cui dormo, di stanze che conosco, è la campagna elettorale più bella che potessi immaginare. Servirà? E’ già servita, e molto.
Cos’é Culture Action Europe.
Dal 1992, Culture Action Europe (CAE) è la principale rete culturale europea. L’associazione dà attualmente voce ad oltre 80 000 organizzazioni raggruppate dai 115 membri di CAE, i quali sono attivi in tutti i settori culturali e artistici che vanno dai musei alle biblioteche pubbliche, dagli architetti alle associazioni di scrittori, dai festival ai teatri d’opera, dagli istituti di ricerca ai centri culturali, dai teatri alle associazioni di promozione sociale ed educativa, dalle orchestre e dai conservatori ai consigli della musica, dalle arti figurative alle arti visive, dalle organizzazioni che rappresentano i datori di lavoro a quelle che rappresentano i lavoratori. CAE ha lo scopo di porre la cultura al centro del dibattito pubblico e del processo decisionale dal livello locale a quello europeo. In effetti, la cultura costituisce un elemento fondamentale per lo sviluppo di società sostenibili basate sul rispetto dei diritti umani universali, per le generazioni presenti e future. Inoltre, l’associazione mira a promuovere lo sviluppo democratico dell’Unione europea, percepito come il più ambizioso tentativo di istituire una nuova forma di democrazia fondata sul rispetto dei diritti umani e sul riconoscimento dell’identità complessa dell’Europa, escludendo l’egemonia di una sola lingua, cultura o religione.
L’appello per le elezioni europee
L’Europa deve oggi affrontare sfide radicalmente diverse da quelle degli scorsi decenni: la popolazione invecchia, le risorse naturali e le offerte di lavoro sono scarse, e non si potrà tornare indietro.
E’ dal 2008 che ai cittadini europei viene detto che stanno attraversando una crisi, la peggiore dopo quella di 1929. Ogni anno, ci aspettiamo un miglioramento della situazione. Eppure ogni anno la realtà ci dimostra il contrario.
Ciò che accade in Europa deve essere considerato come una transizione da un ordine mondiale verso un altro, non come una situazione di crisi. Questa transizione condurrà l’Europa verso disuguaglianze crescenti oppure verso un nuovo ordine sociale basato sulla sostenibilità e il rispetto dei diritti umani, per le generazioni presenti e future. Ciò che avverrà dipende dalle scelte che stiamo facendo ora. L’Europa possiede tutti gli strumenti necessari, sia materiali che culturali, per costruire un futuro sostenibile: dobbiamo sfruttarli sin d’ora!
La crescita sociale, e non economica, deve diventare la priorità dell’Europa di oggi. Occorre migliorare le nostre competenze culturali, la nostra capacità di cooperare e di considerare in modo critico la nostra apertura alla diversità, e la nostra curiosità: tutti questi elementi sono indispensabili per il fiorire di una società sostenibile in cui si possono sviluppare i diritti, le responsabilità e il benessere condiviso. Il settore artistico e scientifico contribuisce significativamente ad assicurare l’accesso all’istruzione per tutti, nonché il rigoroso rispetto dei diritti umani.
È giunto il momento per i decisori politici e i cittadini dell’UE di proporre un discorso più ampio sul futuro dell’Europa, presentando lo sviluppo culturale come un’esigenza strategica.
Occorre colmare il crescente gap democratico nell’ambito del processo decisionale. Le elezioni europee del 2014 rappresentano un’opportunità per ristabilire il legame tra le istituzioni e i cittadini europei. Secondo un recente sondaggio Eurobarometro, solo il 33% dei cittadini dell’UE ripone fiducia nelle istituzioni europee.
Le speranze, le preoccupazioni e le priorità dei cittadini meritano delle risposte che non devono essere subordinate alle esigenze dei mercati finanziari. Dobbiamo sviluppare un progetto politico basato sulla
cultura e l’apprendimento, vale a dire una risposta adeguata alle emergenze economiche, culturali, sociali e politiche. L’Europa non è costretta ad aumentare i consumi, ma non può invece prescindere dall’etica e dalla qualità in tutti gli aspetti della vita.
L’Europa deve far fronte a un crescente nazionalismo che spesso diventa vero e proprio razzismo. Il progetto europeo deve assolutamente rispondere a questa sfida. È necessario trovare un’alternativa convincente e seria per spingere i cittadini europei a impegnarsi nella vita politica È indispensabile ideare un progetto unificante. Si tratta di una missione culturale. I governi locali sono in prima linea e rappresentano i principali alleati in questo impegno; la loro posizione deve essere presa in considerazione nel processo decisionale di un’Europa pienamente democratica.
Pertanto, Culture Action Europe chiede a tutti i partecipanti alle elezioni europee, e soprattutto:
Ai partiti e ai gruppi politici europei:
-‐ Di presentare, attraverso i loro programmi, una vera e propria visione dell’Europa e un progetto politicamente credibile.
-‐ Di integrare la società civile nel processo di elaborazione dei loro programmi, di incoraggiare un’ampia partecipazione ai loro congressi, in cui vengono adottate le strategie della campagna, e di proporre candidati impegnati sotto il profilo etico e culturale, tenendo anche conto dell’espressione della società civile.
-‐ Di precisare in modo chiaro la loro appartenenza alle alleanze e ai partiti europei. Gli elettori non possono fare a meno di questa informazione per capire il posizionamento europeo dei partiti e dei candidati.
Ai candidati e ai futuri membri del PE (deputati europei)
-‐ Di proporre una strategia a lungo termine e una visione politica che vadano oltre un semplice approccio economico.
-‐ Di indicare chiaramente la loro appartenenza ai partiti europei durante la campagna.
-‐ Di considerare il ruolo della cultura, in particolare durante la campagna, insistendo sull’indispensabilità del contributo di quest’ultima allo sviluppo sostenibile, e di impegnarsi attivamente allo scopo di stimolare un dibattito continuo sull’importanza del fattore culturale.
-‐ Di impegnarsi personalmente a difendere i valori che hanno un impatto diretto sulla vita dei cittadini e che sono percepiti come gli elementi chiave delle società democratiche e sostenibili. I futuri deputati europei devono, tra l’altro, promuovere la libertà d’espressione, il diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, la fruizione delle arti e la partecipazione a esse, nonché la condivisione dei progressi tecnologici e dei benefici derivanti da essi. Inoltre, devono garantire la parità di genere, la lotta a ogni tipo di discriminazione, dare la priorità all’integrazione e alla
coesione sociale, svolgere un ruolo responsabile a favore di un mondo più sano e più equo, garantire l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, investire senza sosta nella protezione ambientale e nell’economia verde.
– Di creare un Intergruppo del Parlamento europeo dedicato alla cultura al fine di coltivare le sinergie e i dibattiti intersettoriali, di promuovere l’integrazione della cultura come risorsa principale dello sviluppo sostenibile in tutti i programmi e politiche interessati (dalle relazioni esterne alla coesione, dall’istruzione e l’apprendimento all’economia e al mercato del lavoro) nella revisione del trattato, nonché in tutti i processi politici e legislativi.
Ai partiti, ai candidati e ai futuri membri del PE:
-‐ Di incoraggiare la creazione di una valutazione dell’impatto culturale a monte dell’adozione delle politiche in settori quali l’istruzione e l’apprendimento, l’architettura e il riassetto urbano, i diritti economici e civili, nonché ovviamente le arti e il patrimonio.
-‐ Di adottare le misure necessarie all’attuazione degli impegni internazionali nel settore della cultura e del patrimonio (per es.: la convenzione dell’UNESCO del 2005 sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali).
-‐ Di integrare la società civile nei processi decisionali delle istituzioni europee, garantendo un livello più elevato di trasparenza, informandoli quanto prima sul processo legislativo, consultandoli regolarmente e instaurando relazioni stabili con i cittadini dell’UE.
-‐ Di operare per il bene dei cittadini europei e, a tale scopo, dimostrare, se necessario, indipendenza rispetto agli interessi nazionali.
-‐ Di sostenere il riesame della strategia Europa 2020, ponendo il benessere e lo sviluppo del capitale sociale al centro di una strategia per un’Europa sostenibile.
-‐ Di promuovere la mobilità artistica e culturale in Europa (« Erasmus for the arts ») e di eliminare tutto ciò che la può ostacolare, comprese le disposizioni complesse in materia di visti e le condizioni di imposizione e di protezione sociale impossibili da conciliare. In termini generali, di incoraggiare ulteriormente il coordinamento dei sistemi europei di sicurezza sociale al fine di garantire il benessere dei cittadini, nonché delle condizioni lavorative e produttive dignitose per tutti.
-‐ Di adottare il regolamento necessario per riconoscere i diritti economici dei creatori e dei produttori, rispetto a quelli dei distributori e degli intermediari.
-‐ Di impedire attivamente l’erosione della sfera pubblica, in particolare nei settori della cultura, delle arti, dell’istruzione, della ricerca scientifica, della civiltà e dei diritti umani (che sono valori europei fondamentali in cui bisogna investire).
-‐ In particolare, di garantire che i negoziati per un partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) tra gli Stati Uniti e l’Unione europea non riducano le nostre norme sociali e ambientali e non sfocino nella riduzione della sfera pubblica all’interno delle nostre società o nel abbandono dei diritti dei creatori.
che lungo….
adesso lo stampo, verso le 8 vado a casa, preparo la cena, guardo i compiti fatti dai miei figli, poi dopo la lavatrice, verso le 11, me lo leggo e vedo se mi piace…
ti abbraccio forte Loredana, con immenso affetto
Nicoletta
Non che ci fossero dubbi ma rincuora leggere il modo in cui stai portando avanti questa campagna. In bocca al lupo!
Lo stampo e lo distribuisco agli amici e conoscenti.
Loredana, il tuo scritto mi ha fatto pensare a Pasolini.
Ciao
Questo sì che ha fatto una campagna elettorale mitica!
http://www.slideshare.net/tizianomotti