Giustamente nei commenti si accenna ad un’intervista di
rango: Valerio Evangelisti (a proposito, è uscito Il collare spezzato) incontra
James Ballard. Testo integrale su XL. Stralci:
Nei tuoi libri c’e una società apparentemente piacevole e
moderna che nasconde un tasso di violenza crescente. È un pericolo vero? E, se
sì, in Inghilterra o in tutto l’Occidente?
«Sì, penso che sia una minaccia. Ricordo che qualche anno fa qualcuno mi
chiese: come definirebbe il futuro? Io risposi: è facile, il futuro sarà
noioso. Saremo tutti annoiati e quando la gente è annoiata, come i bambini che
si annoiano, comincia a rompere i giocattoli. Vedo periferie che si diffondono
per il pianeta, la suburbanizzazione dell’anima, vite senza senso, noia
assoluta. Una specie di mondo della tv pomeridiana, quando sei mezzo
addormentato… E poi, di tanto in tanto, bum! Un evento di una violenza
assoluta, del tutto imprevedibile: qualcosa come un pazzo che spara in un
supermercato, una bomba che esplode. È pericoloso».
La suburbanizzazione significa che stiamo perdendo il centro delle cose o
invece che il centro si è fatto televisivo? La violenza è nei media, quindi
essere violenti è come essere al centro di qualcosa?
«Proprio così! Io penso che la violenza abbia un ruolo molto particolare, oggi.
Il futuro ci riserverà psicopatologie. La gente è disposta a tollerare livelli
di psicopatologia sempre più elevati nella vita moderna, livelli impensabili 50
anni fa. Come questa specie di apertura verso la pornografia, il che, tra
l’altro, è un bene. Mi piace. La pornografia è bene, è controcultura. Il
capitalismo ha una grande inventiva, una capacità di trasformarsi con
brevissimo preavviso. Se qualcosa non va e tu non vuoi comprarla, non fa
niente! Inventeremo qualcosa di nuovo, riempiremo i negozi con qualche novità.
Ecco, io temo che la gente – annoiata per la maggior parte del tempo e senza
nulla per cui vivere, specie in Inghilterra – si lascerà andare alle
psicopatologie perché sono divertenti, sono esaltanti! Siamo tutti un po’ folli
e ci possiamo divertire facendo i matti! È lì che si annida il pericolo, una
specie di nuovo fascismo che sorge».
(…)
I tuoi primi lavori come Deserto d’acqua o Il
vento dal nulla trattavano della società che ci circondava. Ma erano
ambientati in un’epoca molto futura. Il Metro center invece è a pochi passi dal
nostro tempo. Vediamo meno lontano?
«Sì. Non abbiamo più una visione del futuro. Molti pensano
che il futuro sarà esattamente come il presente, come oggi. Da giovane, negli
anni 30, mentre crescevo, tutti – così come alla fine degli anni 40 e negli
anni 50 – tutti avevano grande consapevolezza del futuro perché ogni cosa
cambiava così rapidamente: gli aerei erano più veloci, le macchine erano più
veloci, e poi dopo la guerra sono arrivati gli antibiotici, le armi nucleari… I
jet facevano il giro del mondo. Il cambiamento arrivava a una velocità tale che
oggi, al confronto, non c’è più alcun cambiamento. Tutto è fatto per
raccogliere applausi, per così dire».
Solo microcambiamenti?
«Sì, piccolissimi cambiamenti. Non sono apprezzabili. È
molto strano: ci sono grandi cambiamenti, come Internet ad esempio, ma in
realtà la vita nel suo assieme non è molto diversa da come lo era 10 anni fa.
Non è cambiata drasticamente. Quindi penso che ci sia il rischio che a morire
sia la stessa idea di futuro».
Cosa pensi della fantascienza di oggi? Può essere
sovversiva come in passato?
«La fantascienza è morta il giorno in cui Armstrong ha
messo piede sulla Luna, nel 1969. Penso che allora si sia messa la parola fine.
Da allora molti dei sogni della fantascienza si sono avverati. I trapianti, la
manipolazione genetica… Vuoi che tua figlia somigli alla Lollobrigida? Oggi è
possibile».
Dobbiamo accettare la realtà di Regno a venire, o è
possibile reagire? Dacci una speranza, anche piccola.
«Bisogna aprire
gli occhi. In Occidente stiamo correndo il rischio di marciare come sonnambuli
verso un incubo. Ne abbiamo avuto un assaggio con l’11 settembre a New York. In
un certo senso, l’11 settembre è stata una specie di sveglia: “Svegliati,
America!”. Io penso che si siano svegliati, ma che siano scesi dalla parte
sbagliata del letto! Hanno invaso l’Iraq, sbaglio enorme. Ma quella era una
sveglia. E la guerra contro il terrorismo islamico è molto vera. In tutto il
mondo. Tra tante cose dobbiamo farne soprattutto una: dobbiamo svegliarci. Noi
occidentali stiamo molto comodi. Viviamo in belle case, non abbiamo fame e, se
ci ammaliamo, qualcuno si prende cura di noi. Molto comodo. Dobbiamo
svegliarci. Ci stanno drogando con i beni di consumo. Non siamo più in grado di
badare a noi stessi e invece dobbiamo cominciare a badare a noi stessi».
Ma in pratica cosa possiamo fare, smettere di consumare?
«Ah, che
domanda! La mia generazione ha già tentato di rispondere: ora rispondete voi,
io sono troppo vecchio».
Tra tante cose dobbiamo farne soprattutto una: dobbiamo svegliarci. Noi occidentali stiamo molto comodi. Viviamo in belle case, non abbiamo fame e, se ci ammaliamo, qualcuno si prende cura di noi. Molto comodo. Dobbiamo svegliarci. Ci stanno drogando con i beni di consumo. Non siamo più in grado di badare a noi stessi e invece dobbiamo cominciare a badare a noi stessi».
La gente è disposta a tollerare livelli di psicopatologia sempre più elevati nella vita moderna, livelli impensabili 50 anni fa. Come questa specie di apertura verso la pornografia, il che, tra l’altro, è un bene. Mi piace. La pornografia è bene, è controcultura. io temo che la gente – annoiata per la maggior parte del tempo e senza nulla per cui vivere, specie in Inghilterra – si lascerà andare alle psicopatologie perché sono divertenti, sono esaltanti! Siamo tutti un po’ folli e ci possiamo divertire facendo i matti! È lì che si annida il pericolo, una specie di nuovo fascismo che sorge».
Non convido tutti i contenuti dell’intervista, ma su queste considerazioni sono d’accordo.
Qualche giorno fa in un intervento su vibrisse avevo scritto che noi siamo ‘tossicodipendenti’ di questa società e struttura, incapaci di gestire e controllare il nostro intorno. Non solo per mancanza di volontà, ma perchè il modo in cui è articolato e strutturato l’insieme lo impedisce o rende difficile. Volenti o nolenti la nostra stessa sopravvivenza è direttamente legata sia a un modo di produrre che a certi modelli sociali.
Bello il passaggio sulla noia anche se non credo che la controcultura (anche quella porno che lui salva) sia immune da una ricerca di ‘lasciar andare le psicopatologie perché sono divertenti, sono esaltanti!
Non credo che noi occidentali sapremo fare uno sforzo, lasciare la comodità per cercare una dimensione diversa. Neanche i nuovi immigrati riusciranno in questo visto che, contrariamente a quanto pensiamo, la tendenza è a una integrazione anche nei nostri peggiori difetti.
Se qualcosa di nuovo verrà prima di una catastrofe (stamane mi sento un po’Savonarola, un po’ Lucio Angelini 🙂 e un po’ fatalista) sarà proprio da nazioni o realtà che noi consideriamo sottosviluppate. Non da tutte però, solo da quelle non abbastanza interessanti per uno sfruttamento economico o una guerra di rapina.
Vengono novità interessanti dall’america latina (penso all’autogestione in alcune fabbriche argentine), all’esperienza di Yunus con la sua banca o a quella di Wangari Muta Maathai in Kenia, ma ne tralascio molte.
Sono esempi di sottrazione di potere, ridistrubizione verso il basso di competenze e responsabilità. Penso che sia una strada, francamente non ne vedo molte.
besos
Come dicevo nei commenti con cui ho segnalato l’intervista, penso che dicendo che la fantascienza sarebbe “morta nel 1969” Ballard si sbagli di grosso. Ce ne sono moltissime dimostrazioni, da Philip K. Dick a William Gibson, a naturalmente lo stesso Evangelisti.
Anche i due ultimi romanzi solisti di Wu Ming 5
Spettatrix. Che significa “mi sento un po’ Lucio Angelini”? Che ti senti “un po’ suonata”?
@Girolamo
Esatto, e gli altri esempi da citare sarebbero infiniti. L’affermazione di Ballard è particolarmente assurda poi perchè lui è proprio uno di quegli autori che ha contribuito a dimostrare che la vera fantascienza con gli astronauti c’enta ben poco.
no lucio, perchè, tu sei suonato? a me non pare (niente faccina che così si capisce che dico sul serio).
Forse volevo solo vedere se coglievi e comparivi o forse sentivo di fare delle osservazioni un pò provocatorie (e de che?).
In sintesi:
chennesò, non farmi domande troppo difficili 🙂
besos
Però: quando Ballard ha rilasciato quell’intervista? Perché proprio il 1969? Mi piacerebbe saperne di più sulle sue motivazioni, perché Ballard non è uno che va in giro a sparare c*****e. Per dire, tra Ubik e Neuromante, da un certo punto di vista, si può pensare a una crisi della SF.
io penso che l’obbiettivo del gioco,nemmeno a carte troppo coperte,dei centri di comando sia l’improletariarizzazione della borghesia.Basterà farsi i conti in tasca bene per renderci conto che siamo già nella parte “giusta” del crinale.Condivido l’ipotesi suggerita da Ballard nel resto dell’intervista che arriverà “un fascismo da tv, molto light”,e che “il nostro Führer non sarà come Hitler, sarà più come uno show pomeridiano”.Non sottovaluterei nemmeno quello che Paolo Rossi ha suggerito qualche settimana da fazio,ossia che le banche centrali che contano(federal reserve)hanno già sperimentato che stampare cartamoneta,teoricamente pregiata come il dollaro,e poi immetterla in economie deboli(nell’esempio portato l’Argentina)non provoca inflazione interna,ma giusto qualche raccoglitore di cartone,che fino a ieri si pensava benestante,agli angoli delle strade(scusate il comizio)
Diamonds, non sono in forma, scusami. Non mi riesce di capire cosa intendi con:
l’improletariarizzazione della borghesia
puoi spiegare?
grazie in anticipo
besos
@Girolamo
Magari Ballard si riferiva alla fantascienza avventuroso-tecnologica, gli sparatutto spaziali dei pessimi imitatori di Heinlein. Quella roba lì era già cerebralmente morta anche molto prima del 1969. E il fatto che oggi invece infesti gli scaffali, è effettivamente un segnale di crisi per tutto il genere
una sorta di depauperamento patrimoniale conducente alla riduzione ai minimi termini della “massa compatta e inerte detta maggioranza”(cfr Braidbury)(tu sei sempre in forma.Sono io che cinguetto storto)
A prop. di microcambiamenti nella rete, e nella fattispecie nel suo settore cultural-democratico:
Su Nazione Indiana capitò 3 settimane fa una cosa strana: sotto un post sull’antisemitismo comparvero 3 versi famosissimi di Celan, ma a firma Antschel (il suo vero nome, ché l’altro è un nick): fu preso per un troll e cancellato: un ebreo in un post sull’antisemitismo! Stupito, ho ripetuto l’esperimento con altri testi famosi, acefali ma rigorosamente IT (Pessoa, Baudelaire, Büchner ecc.), e fecero la stessa fine, finché la fine… l’ho fatta io, proprio oggi con un post che mi metteva imbarazzantemente in risalto per espellermi dal blog intero. La cosa mi è sembrata così bizzarra (e preoccupante), che i commenti io continuo a postarli su NI, ma in contemporanea anche su
http://www.ubicue.splinder.com
uno dei tanti blog in disuso, o non-luoghi à la terminator. Chissà…
se vuole gli rispondo io volentieri che sono ancora -per poco- giovane
Dandyna, ho visto le tue foto, sei veramente bella. Poi però ho visto le foto di della gatta Marilyn e mi sono concentrato su di lei.
Infine ho visto le foto di un modello costruttivo di di Gaudì ispirato dalla struttura di un ramo pieno di foglie, allora ho perso completamente la testa pensando di riprodurlo a casa mia.
Sono fatto così, le persone sono belle, gli animali ancora di più, infine c’è la meraviglia per la natura e le idee che vanno e vengono da quella 🙂
ma chi è sto matto 🙂
Dandyna, volevo scrivere una cosa che ti colpisse! 🙂
Comunque a parte gli scherzi ho avuto veramente quell’escalation che dicevo sopra.
Prima ohhh Dandyna!
Poi ohhhhhhhh la gatta Marylin!
Poi ohhhhhhhhhhhh Gaudì!
E’ che ero a Barcellona due mesi fa e Gaudì è stato una straordinaria scoperta.
Ho ancora in testa quella specie di stanza del Capitano Nemo nel sottotetto della casa Batlló.
Hai visto che sempre lì, sul soffitto bianco, c’erano dei tagli esattamente come i quadri di Fontana che però sono venuti parecchi anni dopo?
Era un geniaccio! E ti è piaciuta la salamandra sulla scalinata del parco Guell?
orp, volevo aggiungere dei commenti e piombo nel mezzo di un corteggiamento e di dubbi, lunghi mugolii
Prima ohhh Dandyna!
Poi ohhhhhhhh la gatta Marylin!
Poi ohhhhhhhhhhhh Gaudì!
ragazzi, non volevo, vi lascio soli. fate pre. No. Non ho visto niente. Tranquilli.
fate pre
stava
per fate PURE
non per fate presto, non equivocate 🙂
Ma quale corteggiamento, le sto parlando dei tagli di Fontana. Del resto lei ha già messo a fuoco la faccenda domandando Ma chi è sto pazzo…
E poi io non sono mai stato un cacciatore. Piuttosto un cacciato. Dalle balle.
a.b.
sei proprio un bel tipo. I tagli di Fontana cosa fanno venire in mente?
prova a pensare a qualcosa di stilizzato…e corporeo e ..femminile..:-)
fa già messo a fuoco – o: ha acceso un fuoco?
a.b. solo ora vedo il carattere ardente che ti appartiene e che covavi sotto le ceneri.
(Liala non avrebbe potuto descriverti meglio)
e poi quella del cacciatore che si finge cacciato è solo un’astuta tecnica.
Furbacchione.
a.b. non ci pensare deve trattarsi di un attacco di quella noia descritta bene da Ballard che non sono capace di riempire con una psicopatologia divertente.
E dire…. che mi fornite una buona ispirazione
besos
Mandrillone di un Titonco. Con la scusa di volerle mostrare il tuo Gaudì di peluche portato dalla Spagna…
Dopo tutti quei post sul porno..;-)
Beh ma che male c’è se si accende un fuoco: la vita xe fiama…