Grazie a Fogliedivite scopro che il Village Voice di ieri scrive dei blog letterari di lingua inglese, qui e rilanciato qui. Titolo, “Book Smart. Could cyberspace be the novel’s best friend? Litblogs take off-and grow up”. Incipit:
“The media have spent so much time gnashing their teeth over the influence of political bloggers that barely anyone has noticed something equally convulsive happening in the book realm. Despite the on-going panic about a contraction in both the audience for serious literature and the amount of mainstream print coverage books receive, literary conversation is erupting all over the Internet in the form of litblogs. Multiplying like the tribbles on Star Trek, these online journals suggest that reading is far from a dying pastime.
Literati are increasingly turning to the blogs for discussion, gossip, analysis, and a sense of community. Inevitably, publishers have noticed the power of these informal networks to generate word-of-mouth buzz-the holy grail of marketing-and are looking for ways to harness it. In turn, many bloggerati are on the verge of becoming that contradiction in terms, the professional enthusiast.
So what happens now, when these amateurs are faced with the chance to wield influence and become insiders?”
Sto traducendo un attimo!
Però bloggerati per blog letterati mi fa un po’ impressione…
Domanda interessante: cosa accadrà adesso che i blogger rischiano di diventare influenti?
Anche in editoria?
Anche in Italia?
si, già, certo, sposteranno il
Capitale… basta pensare a chi
possiede l’editoria (e l’italia).
bof
Non corriamo questo pericolo: i blog italiani – la maggior parte, diciamo pure la stragande maggioranza – o sono diari in rete o sono schifezzuole fintamente erotiche, cioè non sono né letteratura né altro. E la gente li legge pure scambiandoli per letteratura o che altro. A stare in rete, sempre di parlare con portinai e portinaie, il che non è molto edificante per nessuno.
Il problema non si pone neanche: i bloggers non saranno mai la letteratura, anche se poi ci sono antologie che li raccolgono, pure di case editrici importanti e no. Perlopiù, il panorama dei blog è devastante e devastato: contenuti uguali a zero, se non al di sotto, e scritti malissimo. Resistono pochi blog interessanti, pochi davvero che siano qualcosa di più d’un blog casereccio e di pettegolezzo o di chiacchiere inutili quanto infantili. In definitiva, dopo questa analisi, condivisibile o meno, i bloggers non sono il futuro, per nostra fortuna.
Saludos
Iannox
dubito che in italia vi sia il sostrato culturale per trasformare i blogger in “entusiasti professionisti”, ma visto quanto è difficile liberarsi delle accuse di complottismo e massoneria, l’accostamento rimante potrebbe trovare terreno fertile… forse dovrei reclamare il copyright sulla traduzione.
che ne dite?
secondo me faccio una vagonata di soldi, chi si moltiplica qui da noi come i tribbles (lode all’autore dell’articolo per averli evocati) sono quella sottospecie di frustrati che invocano alla purezza…i papa boys non sono che la punta dell’iceberg, il desiderio di assolutismo cova in ogni luogo.
E se D’0rrico aprisse un blog?
@ ANONIMO
Però qui leggi, mi sembra. Forse cadi in contraddizione, perché anche questo è un blog. Ma è un blog ben tenuto, ben scritto, anche se non sempre condivido tutte le idee espresse. Viva la libertà di opinioni. Che ne dici.
Sarei tentato di darti un bacio, ma chissà poi come lo prendi, quindi…
Saludos
Iannox
Ma chi se ne frega dei blog e dei blogger!
I saccheggio solo i blog e i siti che riportano articoli di altri giornali, riviste, saggi (Carta)… fanno per me e gratis una ricerca che sarebbe dispendiosa in tempo ed in denaro, poi chi se ne frega di quello che pensano sta’ marea di vanitosi-narcisi che scrivono senza leggere!
figurati se ho il tempo e la voglia di leggere anche loro! Puà!
Leggo solo ed assolutamente blog di sinistra o con una radice tale.
Mi danno fiducia di qualita’, intelligenza e superiorità.
L’articolo a me sembra serio, e il fatto che non sia il primo del genere mi dà fiducia, al di là del chiacchiericcio.
I blog non sono nati ANCHE per questo?