SE…

Se fossi la Ministra dell’Istruzione, non me la prenderei  più di tanto con colui/colei/coloro che è/sono responsabile/i della strepitosa gaffe su Montale, nel relativo tema per la maturità.
Mi chiederei invece quante volte si ripetono distorsioni, errori, superficialità di questo genere nel corso del/degli anni scolastici. Meno clamoroso, ma molto più grave.
Se fossi la Ministra, rifletterei anche sui temi a sfondo sociale/storico/politico. Argomenti lodevolissimi: la Costituzione, la sicurezza sul lavoro, la percezione del diverso, l’emancipazione femminile. E mi chiederei la stessa cosa: quale preparazione, nella maggioranza dei casi, è stata data sugli argomenti medesimi nella quotidianità scolastica? Perchè una delle maturande intervistate, che ha scelto il tema sulle donne, ha trillato felice di aver parlato delle crocerossine?
Se fossi la Ministra, infine, organizzerei immediatamente una commissione, o qualcosa di analogo, che legga e analizzi con serietà i famigerati “temi sugli sms”, come sono stati prontamente marchiati. Affinchè cerchino di comprendere un mondo a cui troppo spesso gli insegnanti, il mondo accademico, gli osservatori tanto colti e tanto preparati, voltano le spalle. Ai membri di quella immaginaria commissione, fornirei copia di un saggio di Henry Jenkins, il secondo a venir tradotto in italiano dopo Cultura convergente, anche se gli scritti che vi sono contenuti sono precedenti: si chiama Fan, blogger e videogames ed è in uscita per Francoangeli.  E chiederei loro di memorizzare subito quel che scrive Jenkins nell’introduzione, raccontando di come in America, fin dagli anni Novanta, i fan (quelli che scrivono anche sms, ma che non necessariamente usano il linguaggio sms nelle loro scritture destinate alla carta o al web. Anzi) e gli accademici abbiano iniziato a parlarsi, con vicendevole profitto. Scrive, per l’esattezza, Jenkins: “Non potevamo certo tenere alla larga i fan neppure se avessimo voluto, e quanti sono passati dall’altra parte hanno ripetutamente messo in luce le proprie capacità”.
Stamattina avverto una riprovevole tendenza all’utopia. Pardon.

19 pensieri su “SE…

  1. Metto subito in lista questo libro di Jenkins: si sa già la data di uscita?
    E per quanto riguarda i temi a sfondo sociale, storico e politico hai detto proprio quello che avevo pensato ieri leggendo le tracce: tutti argomenti interessanti (tranne quello della Costituzione: riflessioni sui suoi sessant’anni, ma che è?), ma quando andavo io al liceo di queste cose non se ne parlava mai, e se qualche prof coraggioso provava a farlo i primi a sbadigliare erano gli studenti.

  2. Lippa, abbi più fiducia nella scuola: ti assicuro che, Ministra o meno, durante l’anno ho trattato in classe (indirizzo professionale, maggioranza ♀) il tema dell’evoluzione della figura della casalinga, dall’800 al ‘900 e ho proposto letture di articoli di Chiara Saraceno sull’importanza di una maggior presenza femminile nel mondo del lavoro ecc; ho anche parlato di industrializzazione, taylorismo e alienazione nel mondo del lavoro, proponendo coraggiosamente Chaplin e (udite, udite!) riscuotendo notevole successo, … e sono certa che molte colleghe/i avranno fatto lo stesso!
    Ma da insegnante, mi ha colpito anche la seconda parte del post, credo, infatti, che lavorando a stretto contatto coi giovani, dovremmo interessarci molto di più non solo agli SMS ma anche a quelli che vengono definiti graffiti e, spesso, condannati troppo sbrigativamente come “insozzature”, insomma, quelle scritte, incomprensibili ai più, ma che invece sono un vero e proprio linguaggio, se vogliamo gergale, che però delinea una (o tante?) realtà giovanile che mostra la propria reazione alla società adulta, inventandosi un codice che noi giudichiamo solo dal punto di vista estetico/del decoro pubblico ecc, senza minimamente preoccuparci del messaggio che invece può veicolare.
    Anch’io disapprovo la vista di un muro o, peggio, di un monumento deturpato, ma denuncio la superficialità di qualcosa che è sotto ai nostri occhi e che ci ostiniamo a non voler vedere, per poi stupirci quando i nostri giovani non si comportano come noi ci aspettiamo facessero.
    Ti prego, guarda ancora con fiducia la realtà!
    Paola

  3. Paola, ma io sono fiduciosa! Solo che temo che a fronte di molte isole felici e di insegnanti preparati e attenti, ci siano anche non poche preclusioni a prescindere…Torno fino alla nausea sui libri di testo: quanti personaggi femminili ci sono? Nelle arti, nella scienza, nella letteratura?
    Quanto a writer e sms e ai codici. Non voler vedere è esattamente il punto.
    Per quello consiglio Jenkins (Angelo, il libro esce nei primi giorni di luglio): perchè capisce, analizza, riflette, dialoga. C’è un capitolo esemplare su GTA: dove, con i necessari distinguo che riguardano i contenuti, si sofferma sul discorso videogiochi/violenza in pagine che realmente andrebbero mandate a memoria dagli educatori (e dai giornalisti, temo).

  4. Il discorso sui libri di testo è lungo: se si vuole, i percorsi diversi si fanno, i materiali si trovano. Purtroppo però – e penso a certe proposte apparse ancora ieri sulla stampa – si profilano volontà che vogliono far stare sempre più dentro percorsi segnati a priori, calati dall’alto, aderenti “al libro di testo”, con la pretesa di chiarire “che cosa è bene e fondamentale che i giovani imparino e che cosa invece è superfluo, inutile o addirittura dannoso”. La scuola ha notevoli problemi, ma comincio a temere che la cura sarà peggiore del male. Del resto, è in atto una volontà politica di agire sul senso comune, e ti invito a pensare a quando risale la sostanziale riforma scolastica che ancora tanto influisce sull’attuale stato della scuola. Ma questo esula dal post di oggi, perdonami.

  5. Uh io questo libro che tu dici me lo rimedio – che ir mi stadio di evoluzione mi sa che si erma alli persuasori occulti. Che è un po’ poo ammetto.
    Detto ciò, sulla questione deui linguaggi. Boh attenzione: sono fondamentali da capire, gli sms le scritte sui muri i mondi iperuranicamente lontani dell’adolescenza.
    Ma io ho avuto da ragazzina un paio di professori che si sforzavano di riproporli, perchè eh semo ggiovani, dovemo avvicinà i ggiovani.
    E questo quando sei ggiovane ti piac.e Poi diventi ex ggiovane ehai cpaito che ti hanno preso per il culo: perchè quello è il tuo linguaggio, ma tu non volevi uno che lo capisse e te lo rigirasse. Tu volevi uno che lo capisse? forse, ma che ti proponesse un’alterità, un’evoluzione.

  6. Siamo poi così sicuri che la parola “Ministro”, di qualunque colore politico sia il titolare del dicastero, meriti l’iniziale maiuscola?
    Io non lo sono affatto…

  7. Naturalmente ti renderai conto che la Ministra se fosse stata maturanda avrebbe parlato delle crocerossine. E che quindi ci sono pochi consigli da dare.

  8. se fossi un@ ministr@ dell’istruzione (di qualunque istruzione) mi chiederei se l’autore della traccia sugli sms non sia il pro-nipote di Anna Karenina che ha scoperto un fascio di lettere della bisnonna al conte Vronsky.

  9. Per toglierci ogni dubbio, l’Accademia della Crusca dice:
    “…Un «nome comune» come avvocato può essere scritto con la maiuscola in riferimento a un individuo ben determinato («Ah! Ti presento, aspetta, l’Avvocato, un amico / caro di mio marito…» Gozzano; e si pensi all’Avvocato per antonomasia di cui scrivono i giornali, ossia a Gianni Agnelli). Il nome papa, abitualmente con la minuscola, può ricevere la maiuscola in riferimento al pontefice regnante”…

  10. (L’ispettorato Paolo S è sempre il cimitero dell’elefanti.
    Anche quando mia mamma è andata in pensione le hanno proposto un ispettorato.
    Ma la cosa interessante è che in certi periodi glielo hanno proposto PRIMA della pensione.
    Dopo è un riconoscimento
    Prima è un calcio nel deretano
    Cioè magari non volevi sapere questo ma ecco:)

  11. Grandioso, grazie Zauberei. Ora che mi ci hai fatto pensare, ricordo un contrammiraglio richiamato dalla pensione per compiere un’ispezione amministrativa al Commissariato Marittimo dove ero furiere… ovviamente la mia domanda riguarda gli aspetti pecuniari della faccenda: se son cariche prettamente onorifiche, ben vengano i pensionati al lavoro. Per il contrammiraglio, si vociferavano tutte e 2 le ipotesi (lo pagano una fortuna/gli danno un gettone di presenza). Entrambe lo facevano sembrare onnipotente e incorruttibile…

  12. Non mi sembrate così informati sulle nostre scuole superiori. Personalmente ho scelto il mestiere di insegnante, decidendo di guadagnare molto meno rispetto al lavoro precedente. Intorno a me vedo tanti che si adoperano con passione e solo qualcuno che non lo fa. Credo che questi diano più fastidio a me, che li frequento ogni giorno, che a tutti quelli che sono fuori dalla scuola.
    Comunque i nostri ragazzi arrivano a Montale (ai miei tempi non ci sono arrivato e uscì un tema sull’ermetismo!) e anche un po’ oltre (Calvino? Eco? Baricco?), di matematica studiano cose che noi sognavamo soltanto (avete studiato algebra delle matrici e degli spazi vettoriali, algebra dei gruppi, le affinità e le omotetie, il teorema di Bayes, l’algoritmo di Newton? Avete ridotto a forma normale una conica diagonalizzando la forma quadratica associata? Sapevate risolvere equazioni differenziali al primo ordine? O costruire il polinomio di Taylor di una funzione n-derivabile?). Frequentano le serate dedicate all’astronomia e osservano al telescopio, vengono il pomeriggio a discutere di testi o a guardare film difficilmente reperibili nella programmazione delle nostre televisioni. La mia è una scuola ideale? Per nulla, tutto questo si fa in un istituto che rientra abbondantemente nella media. Certo, non sempre tutto funziona: come potrebbe visto che da secoli si taglia soprattutto sull’istruzione pubblica? Quando si aumenta, come fanno i nostri ministri, il numero di alunni per classe (il numero di alunni per docente può essere importante per i conti pubblici, non nella didattica, lo aumentassero pure; ma non facendo classi da 31 studenti), accade che alcune classi scompaiano. Quindi scompare la cattedra, che è associata ad un numero minimo di classi. Quindi le rimanenti avranno un supplente che cambierà ogni anno e arriverà a novembre. Quando si decide di portare tutte le cattedre a 18 ore, senza rimodulare la struttura oraria dei curricula, può capitare che i vostri figli abbiano in prima un insegnante, in seconda uno diverso, in terza lo stesso che in prima , in quarta chissà, solo perché la somma delle ore deve essere pari a 18. Se la legge ci impone un ATA (bidello) che sorvegli i corridoi e poi il provveditorato li assegna in base al numero degli alunni e non dei corridoi, come se gli edifici scolastici fossero un modello di architettura razionalista, può capitare di non avere personale per garantire l’apertura in orario extrascolastico. Portate pure le ore di insegnamento settimanali a 24 o 36 (anche se poi vorrei capire perché di stipendio lordo prendo la metà di quando prendevo in un’ azienda privata), ma non continuate a stipare 30 ragazzi in aule costruite per 20. I 6 alunni in più, aggiunti pian piano negli ultimi anni, significano circa 20 ore di interrogazioni, su un totale, per la matematica, di 165 ore. Quindi meno spiegazioni, meno problemi, meno esercizi.
    Scusate il lungo sfogo e le molte parentesi. Stiamo assistendo, da molti anni, ad un riuscitissimo tentativo di distruggere la scuola pubblica. Verrebbe da chiedere il perché.

  13. Se fossi la Ministra prenderei il/la/i/le responsabili dello svarione su Montale e li caccerei a pedate nel sedere. Punto. Cominciando di lì, tanti estensori di programmi e di riforme che restano sulla carta sarebbero indotti a occuparsi di cose serie con la necessaria competenza (che, come è noto, o la si ha o non la si ha) e se non se ne dimostrassero capaci, idem come sopra: calci nel sedere. Credo intensamente che la scuola italiana abbia bisogno soltanto di un oculato repulisti: cacciate via i chiacchieroni e lasciate lavorare gli insegnanti veri. Vedrete che ricuperiamo immediatamente livelli di eccellenza.

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