Premessa: non ho visto il film Barbie. Lo farò, appena riuscirò a respirare in questo periodo folle. Però sono molto colpita dalla barbizzazione del mondo che mi circonda, reale e virtuale, in questi giorni sfolgorante di rosa shocking. Ho letto parecchio sul film, comprendo che sia portatore di un messaggio femminista – così mi vien detto – eppure conservo, a prescindere, l’antica perplessità. Cosa succede quando un contenuto positivo viene fagocitato dal marketing? Quanto quel contenuto perde forza e va a vantaggio di un mercato in grado di inghiottire e risputare ogni sacrosanta battaglia per i diritti? Dobbiamo farci necessariamente i conti o possiamo trovare altre strade?
Nell’attesa di capirne di più, vi posto l’articolo che ho scritto un paio di settimane fa per il Venerdì. A prescindere, appunto.
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Questa mattina, senza alcun motivo preciso, mi sono ricordata di estati lontane, estati dei miei venticinque anni o giù di lì, quando andavo in vacanza con Isabella a bordo di una vecchia 126 rossa, una tenda canadese nel bagagliaio e…
Intanto, vi consiglio la lettura del commento di Ekerot alla trilogia di Chiara Palazzolo: è un piacere trovare affini in un settore assai trascurato. In secondo luogo, un’ammissione di colpevolezza: la vostra eccetera è in un momento lavorativamente complicato, si…