C’è una cosa che possiamo fare, ancora una volta forse. Usare quel poco che sappiamo per suscitare meraviglia, per portare incanto, mettersi a disposizione per parlare di pace.
Pochi conoscono, suppongo, la storia di Lluïsa Vidal i Puig, catalana, figlia di ebanista, educata all’arte da suo padre e dagli amici di famiglia. Divenne pittrice. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, lotta per la pace, entra nel Comitato pacifista femminista, uno dei molti che hanno provato a pronunciare parole diverse, a spiegare che non è vero che la guerra è il nostro mito di fondazione, ma è solo quello più raccontato.
Morì nell’epidemia di spagnola, a 42 anni, senza conoscere l’altra guerra.
E’ poco? No. Non lo è affatto.