Ieri sono successe alcune cose: una in apparenza ininfluente, l’altra meno, e tutte e due riguardano la cultura e quello che noi intendiamo per cultura.
La prima: lo sbigottimento di alcuni perché in Cose (molto) preziose si è parlato (anche) di Twilight, ed è interessante notare come l’osservazione delle predilezioni di lettura delle ragazze (e dei ragazzi) sia “aria fritta”, e non una parte importante del discorso culturale, come Umberto Eco sostenne sessant’anni fa in Apocalittici e Integrati, e sembra che quei sessant’anni siano passati invano.
Cosa ha a che vedere questo (vecchio) discorso con il ministero della Cultura e il gran pasticcio di queste ore? Sul pasticcio non mi soffermo, perché pur interessandomi alla cultura popolare non sono particolarmente attratta da questo genere di intrattenimento fatto di  amanti e rivelazioni sensazionali. Mi interessa, invece, capire cosa si intende per cultura, in assoluto. Da parte di questo governo e pure di quelli precedenti, già che ci siamo.