Ieri è uscito su L’Espresso un mio articolo sull’odio verso i giovani ambientalisti, che è faccenda che continua a sconcertare. L’altra cosa sconcertante è l’ossessione per le Grandi Opere. Sempre per L’Espresso, qualche settimana fa, ne avevo scritto. Sono stata molto criticata per aver citato una serie televisiva con Lorella Cuccarini, dove, negli anni Novanta, si parlava del Ponte sullo Stretto. Argomenti da donnicciola, era il commento. Come se le nostre ricorrenti manie non si riflettessero anche nella cultura popolare.
Ma la storia insegna: anche la storia della televisione, a ricordarla. Dunque, nel 1992 va in onda su Canale 5 Piazza di Spagna, serie televisiva in cinque puntate diretta da Florestano Vancini: la vicenda non è originalissima e narra la vicenda di una ragazza di umili origini, Annabella (Lorella Cuccarini) che lavora come commessa ma vuole diventare top model (i tempi erano quelli), e precipita in un gorgo di intrighi e malaffare. Cosa c’entra la serie con le grandi opere? Oh, c’entra eccome. Perché fra i protagonisti abbiamo l’imprenditore siciliano Carmelo Cascone (Enrico Maria Salerno) che si è trasferito in un attico di lusso pacchiano e debordante a piazza di Spagna, per procurarsi le giuste amicizie al fine di costruire il ponte sullo Stretto di Messina (nel frattempo si fa mettere quaranta maniglie d’oro massiccio alle porte, tanto per chiarire chi ha i soldi).
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Scrivere ed essere persone pubbliche. Ci rifletto da ieri, ma nello stesso tempo, pur mettendo in conto le difficoltà che si riflettono sulla scrittura stessa, non riesco a non pensare anche al fatto che se non fosse per due scrittrici, Nadia Terranova e Stefania Auci, non riuscirei a conoscere molte posizioni contro il Ponte sullo Stretto di Messina. Per questo, mi permetto di pubblicare qui quanto Stefania Auci ha scritto su Instagram.