Doppio post, eccezionalmente, su Tolkien.
Roberto Arduini interviene ieri su L’Unità.
Gianfranco De Turris risponde oggi su Il Giornale.
Buona lettura.
di Loredana Lipperini
Doppio post, eccezionalmente, su Tolkien.
Roberto Arduini interviene ieri su L’Unità.
Gianfranco De Turris risponde oggi su Il Giornale.
Buona lettura.
Leggo ora la provocazione, Ekerot: solo se tu scrivi la sceneggiatura del remake del Settimo Sigillo e la proponi a Jackson! 🙂
Totalmente d’accordo.
Sono andato a rivedermi la scena sul tubo e a discolpa di Jackson bisogna pur dire che l’ha inserita solo nel DVD extended e che comunque è un colpo di scena che ben delinea lo scoramento dell’esercito del Bene (Aragorn difatti cede all’ira perché l’altro mente su Frodo e sulle sue sofferenze).
Sull’altra scena, sono ancora più d’accordo. I discorsi dei generali nelle battaglie dei film ammerigani sono sempre uguali. Anche perché probabilmente nelle guerre reali, non suoneranno molto diversamente (almeno per i marines).
Un film certo ti costringe ad una spettacolarizzazione del momento, ad una tensione che nel libro puoi gestire con molta più libertà; ma questo non significa che non si possano trovare parole migliori. Talvolta mi chiedo se si siano visti i film di Kurosawa…(o anche lo struggente “La grande illusione”, che penso a Tolkien sarebbe piaciuto moltissimo).
(Mi viene in mente quella pagina di duelli tra D’Artagnan e i 3 moschettieri dove tale è il galateo e il rispetto che ci vuole mezzora prima che comincino a fiorettare).
Sì, decisamente, ci vuole grande attenzione. Ma ho fiducia nell’onestà intellettuale dell’autore: se certi passaggi sono funzionali al ritmo, anche se non proprio netti e precisi nella condanna di certi gesti, tutto sommato ci vorrà la mala volontà nel giudicarli male. Comunque, bene tenere la guardia alta
[Bergman uscirebbe dalla tomba per massacrarmi, solo a sentire la proposta!]
@Ekerot:”dovresti scrivere la sceneggiatura di *Beren e Luthien*”
Oooh ciccio, per le richieste mettiti in coda, ché prima Wu Ming 4 mi deve scrivere un romanzo solista su Richard Burton: sono due anni che lo tampino! ;-))
P.S
Richard FRANCIS Burton, l’esploratore…
@ Anna Luisa
Già stato fatto: il ciclo del Mondo del Fiume, di Philip Jose’ Farmer
OT per Sascha: beh, io ho letto “Le montagne della luna” da cui è stato tratto lo splendido film di Bob Rafelson. Non conoscevo il titolo di ambito fantascientifico da te indicato.
E’ che io voglio proprio un romanzo su RFB scritto da Wu Ming 4: il mio è feticismo puro!
P.S.
Scherzi a parte, il punto è che ho amato molto il modo in cui, in *Stella del mattino*, WM4 ha ritratto Lawrence d’Arabia e sono sicura che sarebbe altrettanto abile nel raccontare, in maniera intrigante e poco convenzionale, l’esploratore. Fonti permettendo… ;-(
AL, vedi che alla fine conviene che parta col film?
Le fonti ci sono già tutte. Scrive un trattamento (in una settimana lo finisce), va dalla casa di produzione, intasca 40mila dollari per buttare giù la prima stesura della sceneggiatura. Poi si mette d’accordo con Gondry, lo girano e fanno migliardi di dollari di incasso.
Lui prenderà una percentuale sui biglietti venduti e a quel punto potrà inventare la macchina del tempo, tornare ai tempi di BBBurton ed ecco fatto
(e una fettina di culo coi pinoli no? dirà WM4 :P)
Gli abbiamo organizzato la vita per i prossimi 20 anni: dovrebbe solo ringraziarci! :-))
L’accostamento che ho tracciato in riferimento al colossal di PJ sta proprio a sottolineare i problemi di una interpretazione che, almeno, non sia di impaccio. Quando si muove una macchina così gigantesca come Hollywood e per una produzione così imponente (e capillarmente distribuita), ci sono innumerevoli teste d’uovo che fanno mulinare freneticamente le loro sinapsi, per riprendere un termine ultimamente un po’ abusato …
Gli inserti ‘dissennati’, potrebbero avere la loro brava funzione.
Allora la faccenda diventa più difficile (o impossibile) per chi, giustamente, si sbatte per inquadrare in un’ottica meno deviata l’opera di JRRT. Cioè: purtroppo, come si dice, un’immagine vale mille parole. Hai voglia a fare saggi, articoli, blog, convegni … E’ come essere pugnalati alla schiena (o decapitati così, fra il lusco e il brusco). E se a imporsi è una lettura deviante allora fioccano i devianti epigoni e quelli antichi si ringalluzziscono.
Poi in USA non ci saranno i ragazzotti italiani col braccino teso, ma bene bene anche loro non stanno messi.
Massi.
Massi ha ragione, un’immagine vale mille parole. Ma forse non vale necessariamente mille pagine, moltiplicate per i milioni di lettori che Il Signore degli Anelli ha avuto nell’arco di mezzo secolo. Può darsi che io sia troppo fiducioso, l’ho detto, tendo a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma credo che la forza di un’opera letteraria di quella portata vada anche oltre l’adattamento cinematografico (che comunque rimane una grande impresa, sia chiaro, pur con tutti i limiti che ha). Sul film di Jackson i fan di Tolkien hanno dibattuto a lungo e Jackson stesso ha discusso con loro durante le fasi di lavorazione e dopo. Vedremo cosa succederà con Lo Hobbit, come il prequel retroagirà sulla trilogia. Perché anche questo è un dato interessante…