Uno. Ovviamente, quando la cornice è sbagliata, si incancrenisce. I quotidiani sull’anomalia delle donne violente: qui e qui. Più un articolo su Europaquotidiano. Più un intervento di Daria Bignardi.
Due. Un altro 15 ottobre (e un abbraccio forte a Luca, da parte mia).
Due- bis: hanno arrestato Naomi Wolf mentre manifestava con Occupy Wall Street.
Tre. A proposito di narrazioni e di rete che poco sfondano rispetto ad altri messaggi. Ho sempre difeso la narrativa artigianale e il genere. Ma davanti a Fabio Volo, alzo le mani e mi arrendo. Qui sotto, in sequenza: la coda a Milano per l’uscita de Le prime luci del mattino di Volo e l’arrivo in libreria degli acquirenti londinesi che si sono messi in fila per tutta la notte per 1Q84 di Murakami Haruki.
Penso che i londinesi facciano la fila per leggerlo dopo aver molto atteso, gli italiano per aver molto atteso di essere i primi a leggerlo (in pari con l’acquisto di migliaia di i-phone, e di gadget di ogni genere, di cui poi si usano solo le futilità e nessuna funzionalità interessante, eh, ma sei il primo ad averlo…)
p.s. vista la direzione degli astanti presumo la fila continuasse anche sotto la galleria dato che l’entrata è vicina al duomo, oibò!
Secondo l’ottica di wm3: l’infarto è fascista? Certo, rispondiamo noi: per la presunzione con la quale inserisce nei corpi altrui degli elementi di disturbo, esattamente come i black block sabato scorso.
Auguriamoci che la foto con tutta quella gente in fila per FV non sia vera. Alcuni nostri nonni sono dei narratori assai migliori
Il romanzo di Murakami Haruki è una vita che aspetto di leggerlo (in italiano), perchè adoro letteralmente questo scrittore.
Loredana, tu che ne sai parecchio di queste cose, non è che c’è una traduzione in vista?
Dovrebbe uscire ai primi di novembre, credo. Lo sto aspettando anche io.
Alcune questioni:
1. Non è che io capisca tanto l’idealizzazione di chicchessia, a prescindere dalla qualità. Di notte in fila per il permesso di soggiorno è una cosa, per uno scrittore bravo è proprio un’altra.
Per uno mediocre, il delirio.
2. Consiglio: Loredà ma che devo andare sul blog della Bignardi e dire tutte cose? La leggo e mi cascano le braccia, mi delude da parte di una professionista che considero seria. Abbasta la delusione o il pippone sarebbe utile?
visto che nel post precedente ci si preoccupava del salvataggio delle librerie a me, che si salvino vendendo Volo oppure Haruki cambia poco. Purché si salvino.
trovo,presumo anche per ignoranza profonda credo,un po leziosa la questione degli sconti sui libri.Aprirei senz’altro un brainstorming ad oltranza per farsi venire in mente qualcosa che protegga le librerie indipendenti che amo considerare invece come beni collettivi di conforto spirituale al pari delle biblioteche.E senza ombra di dubbio obbligherei per legge chi di dovere a imporre la vendita esclusiva dei best seller nei negozi di articoli da regalo
quoto zauberei sul punto 1. sul punto 2. secondo me il pippone sarebbe utile, tra le rappresentazioni femminili in tv la Bignardi è tra le poche (mi vengono in mente Gabanelli e Dandini, non molto altro) positive, che cada su questi argomenti fa cascare le braccia anche a me. A voi che siete più incisive: per favore, un passaggio esplicativo anche nel suo blog!
e.
Un dettaglio: Volo era nella libreria a Milano a firmare il libro. Non credo che nelle altre librerie italiane ci fosse altrettanta coda, segno che la gente era lì per incontrare lo scrittore, non per un bisogno impellente di comprare la copia ancora calda di stampa.
La fila per Fabio Volo è da farsi davvero cadere le braccia. Il concetto di “fila” per un autore significa ansia. Ora, vada bene per HP – c’è la serialità, il fenomeno mondiale, il voler sapere effettivamente come va a finire. Ma se aspetto il libro di Volo per avere qualche illuminazione interiore o aspettare di trovarci qualche nuova verità, tanto da farmi svegliare presto la mattina per essere in CODA e comprarlo immediatamente…anche io mi devo arrendere.
p.s. Stefano…peggio ancora 🙂
Quando ha aperto la Apple store a Bologna si sono messe in fila decine di persone, la notte precedente, per poter essere primi ad entrare e avere la maglietta. C’erano signori che facevano il tour delle aperture Apple. In questi giorni la libreria è stata presa d’assalto dai libri di Volo, avremmo potuto farci un’istallazione postmoderna con tutte le copie che sono arrivate. Lo dico da un po’, raccogliamo quello che è stato seminato. Gli anni di: “l’importante è leggere” (ma in realtà l’importante è vendere) hanno dato l’idea che tutta la cultura sia allo stesso livello. Una volta si leggeva per pensare? Non lo so. Di certo oggi si prediligono (e lo dicono le classifiche che sono direttamente influenzate dal marketing) testi leggeri, d’evasione. Non ci sarebbe nulla di male se questi testi fossero almeno scritti bene. In libreria oggi imperano belle copertine, storie tutte uguali e “generi” di successo. Mai spostarsi su territori “paludosi”, perché investire su qualcosa di nuovo e stimolante? Molto meglio puntare sul “già letto” che almeno da un introito positivo. Anche questo, temo, è capitalismo. Da parte mia ho sempre più voglia di abbandonare tutto: lavoro (libraio), passione (scrittura), tecnologia e molto altro. è come se fossi saturo di questo secolo. Speravo che dalle macerie crescesse qualcosa di meglio ma vedo che a crescere è solo un consumismo ancora più sfrenato. Perdonate lo sfogo, viene da una persona che ci credeva davvero, forse per questo fa ancora più male.
La fila per FV non è nuova: la stessa scena, sempre a Milano, c’è stata forse l’anno scorso. Comunque dai Fabio Volo non è semplicemente uno scrittore mediocre, è un personaggio che piace molto e la sua produzione narrativa, così accessibile e rassicurante dietro la patina scanzonata, è perfettamente in tono con il personaggio. Ci sta l’effetto fandom…
Fabio Volo non manca mai di ripetere che era uno qualunque e adesso, in qualche modo, “ce l’ha fatta”.
io vorrei provare a riflettere su quello che lega le due foto e anche la coda davanti al negozio della apple.
la fila davanti a un idolo condiviso (qualunque sia l’idolo, sia esso uno scrittore bravissimo, uno mediocre, uno stile di consumo o anche un idolo religioso) ha il fascino della condivisione di un percorso.
è rassicurante, per tutte quelle persone sapere di avere qualcosa in comune con la signora dietro e il ragazzino davanti.
io lo provavo ai grandi congressi di partito per esempio. persone con le quali magari discutevo tutte le settimane e con le quali dissentivo su alcuni temi per me anche importanti erano sedute con me, nella stessa platea, ad ascoltare la stessa persona e per me quella cosa era in un certo senso rassicurante.
mi rendevo conto che uno dei motivi per il quale ero lì era il bisogno periodico di sentirsi parte di qualcosa, di sentirsi circondati da gente simile a noi.
poco importa il valore di colui per il quale si fa la fila, è la fila stessa a essere un valore, per le persone che la compongono…
stefano, che le copie siano calde, oppure fredde o a bagnomaria, fabio volo è già primo in classifica a prescindere dalla sua illustre e autografa firma. non ho mai letto una riga scritta da lui ma non me la sento di considerare un minus habens chi ha in casa l’opera omnia dell’autore. moralmente, meglio i libri suoi che tutti quelli (guà in classifica anche loro) su Steve Jobbs, che erano in agguato come avvoltoi in attesa che Jobbs tirasse le cuoia.
Enrico: per chiarire. Mai parlato di minus habens. Quel che interessa me, semmai, è capire i meccanismi. Ovvero come mai in un paese di non-leggenti si possa creare un fenomeno del genere. Volo aveva cinque libri in classifica, qualche tempo fa. E, no, la televisione non è sufficiente a spiegare, a mio parere. Cos’altro? Il ragazzo della porta accanto con guai e gioie “proprio come i tuoi”?
Loredana: Perché i libri “immediati” sono pochi. Ricordo il mio imbarazzo quando in biblioteca ragazze e ragazzi mi chiedevano un libro “di quelli che ti dimentichi di mangiare”… non era una cosa facile. Guerra agli umani, Amabili resti, Firmino, Sirena (Garlaschelli), La ragazza con l’orecchino di perla, Come dio comanda, Diario di scuola (soprattutto piaceva ai ragazzi), e per i più giovani Lafcadio: erano i titoli più amati. Ovviamente oggi ne consiglierei altri compreso Murakami , Fabio Volo e Paulo Coelho
I libri “immediati” sono quelli che parlando al cuore ti aiutano a vivere.
@Enrico Neanche io ho parlato di minus habens. Mi sono limitato a citare un fatto che, a mio avviso, poteva contribuire a capire la coda (per lo meno a me che di solito i libri li compro in rete o come e-book).
ma perché, io ho attribuito a qualcuno oltre che a me stesso il termine “minus habens”?. so bene che nessuno di voi lo ha fatto. conosco loredana e non la ritengo incline a tali giudizi. non conosco stefano ma, a occhio, mi pare corretto e misurato. ciò chiarito, la spiegazione di certi fenomeni non credo possa avere basi scientifiche. Che dirti, loreda’. Magari proprio perché (come tu dici) questo è un paese di non leggenti è più facile che conquisti le classifiche Fabio Volo piuttosto che (per dire) Walter Siti. Ma anche questa è una riflessione da bar. Harry Potter ha venduto anche negli sperduti villaggi lungo le rive del Bramaputra. E non mi si dica che l’hanno coprato i bambini. Al mondo non esistono così tanti bambini quante la copie vendute dalla Rawling.
Beh che dire… mi aggiungo anch’io a chi attende il caro Haruki, che ho avuto il piacere di leggere anche in giapponese, a “pari piacere” posso dire!
Comunque e a proposito di Potter, nel riflettere non dimentichiamo che i primi lettori di Harry ora sono giovani adulti, che ricordano l’emozione della lettura, proprio come noi ricordavamo con infinita dolcezza l’amore di Quasimodo ed Esmeralda di Notre Dame letto più o meno alla loro età. E i ragazzini Potter lo hanno letto davvero; le sue paure, insicurezze e il suo bene sono ancora parte della loro visione del mondo. La sociologia invece che codifica manifestazioni e comportamenti è cosa nostra, la nostra arida griglia.
Ma non capisco Loredana, anche i libri di Moccia sono stati un fenomeno simile, per quanto rivolti a una generazione diversa…Mi sembrano proprio libri adatti a un popolo di non-lettori.
Nel caso, questo perenne ragazzone simpatica canaglia che sa godere i piaceri della vita, ma non la prende mai per le corna, il topos della paura di impegnarsi, secondo me piace in Italia a una certa generazione sua coetanea perchè sia la racconta, sia la consola, e i non lettori cercano, nella lettura, identificazione, consolazione, svago, qualche frase a effetto magari, ma non di più. Poi secondo me il fatto che il personaggio messo in scena da FV nei suoi libri, sia un po’ sempre lui stesso come si racconta in pubblico (ricordo l’intervista con la Bignardi), e come magari è proprio, che risulti sincero, simpatico, coi piedi per terra, è anche un ottimo cortocircuito per le vendite.
Aggiungo che in un Paese di non lettori, che considera”intellettuale” un po’ un insulto, e la cultura uno spreco di soldi, uno scrittore che è il contrario dell’intellettuale, belloccio, scanzonato, che “parla come mangia”, è ancor più candidato a piacere.
“Consiglio: Loredà ma che devo andare sul blog della Bignardi e dire tutte cose? La leggo e mi cascano le braccia, mi delude da parte di una professionista che considero seria. Abbasta la delusione o il pippone sarebbe utile?”
Ti rispondo io: sì, scriviglielo. Il mondo è pieno di discorsi – spesso in veste scientifica – infondati che ci dividono in venusiane e marziani. Non è facile da capire, perché l’idea della differenza sessuale resta saldamente incistata nella nostra identità, anche se si è persone colte e intelligenti come la Bignardi. Quindi scriviglielo, le sarà utile. Ciao
Non sopporto la 27ma ora, mi da fastidio da quando l’hanno aperto perché è stata una questione di interesse. In quel momento si manifestava per le donne e loro sono saltati sul carro. Articoli di una banalità sconvolgente ma soprattutto giornaliste orgogliose di arrivare alla fine delle loro 27 ore giornaliere col collo tirato. Poi come si fa a fare un blog donnocentrico? Che noia.
L’intervento segnalato da Loredana è l’ennesimo esempio di come queste (qualche collaboratore maschio) scivolino su certi temi. Mi imbarazza moltissimo che un quotidiano nazionale non sia in grado di offrire un livello di contenuti più alto. E non è nemmeno l’unico blog del Corriere di bassa qualità.
A proposito di quanto scritto sulle donne violente, le ragazze cattive e quelle buone dalle mani affusolate e la coda di cavallo, sulle donne in piazza, sulla violenza, la non-violenza, alcune redattrici di Onda Rossa e del Martedì Autogestito da femministe e lesbiche hanno fatto questa tramissione. Dura circa 50 minuti e probabilmente dovremmo farne un abstract per renderla fruibile a chi non ha voglia o possibilità di ascoltare.
Ve ne propongo l’ascolto:
http://mfla.noblogs.org/post/2011/10/18/riflessioni-femministe-sul-15-ottobre/