UN UOMO PREVIDENTE

E’ Francesco Borgonovo. Che per Libero aveva preparato ben tre articoli sul vincitore dello Strega. Fino a poco fa era on line quello che dava per vincitore Antonio Scurati. Casomai sparisse, ve lo posto, mentre festeggio per il terzo, meritatissimo posto di Massimo Lugli: personalmente, facevo il tifo per lui.

“Il vincitore della 63esima edizione del premio Strega è Antonio Scurati con Il bambino che sognava la fine del mondo (Bompiani). Lo scrittore di Napoli si è aggiudicato il riconoscimento letterario più ambito d’Italia. Sconfitti Tiziano Scarpa con Stabat mater (Einaudi); Massimo Lugli con L’istinto del lupo (Newton Compton); Andrea Vitali con Almeno il cappello (Garzanti) e Cesarina Vighy con L’ultima estate (Fazi).

Ora che le lobby editoriali lo hanno incoronato, il bell’Antonio può finalmente portare a compimento (raggiungendo la top ten delle classifiche di vendita) la sua battaglia contro le lobby editoriali. Quella annunciata al momento dell’autocandidatura (due minuti prima dell’investitura ufficiale da parte del suo editore) tramite intervista su Repubblica. «Credo di non aver bisogno di alcun preliminare consenso», disse Scurati al quotidiano romano, «concorrerò volentieri all’edizione di quest’anno del premio più importante della narrativa italiana, se a norma di regolamento almeno due dei 400 giurati avanzeranno la mia candidatura». Due giurati accorsero prontamente, e prestigiosi: Umberto Eco e Angelo Guglielmi.

Ma veniamo alle lobby. Scurati, nell’intervista, spiegava che «lo Strega è sempre stato ispirato a una specie di democrazia parlamentare, con partiti letterari ed editoriali che si confrontavano attraverso mille mediazioni. Poi però quel gioco a modo suo democratico è sembrato incrinarsi per il peso industriale del maggiore gruppo editoriale italiano. Un peso eccessivo».

Il maggiore gruppo editoriale sarebbe Mondadori, che in effetti ha spadroneggiato in casa Bellonci per due anni consecutivi: nel 2007 portò alla vittoria Niccolò Ammaniti con Come Dio comanda; l’anno scorso vide trionfare invece Paolo Giordano col bestseller La solitudine dei numeri primi. E anche quest’anno era in pole position. Alla vigilia il favorito era Tiziano Scarpa, il più votato della cinquina con il suo Stabat mater (edito da Einaudi e quindi dal gruppo di Segrate). Scarpa, a sua volta, aveva dato il cambio a Daniele Del Giudice, che con Orizzonte mobile già mesi prima della competizione veniva dato per sicuro vincitore, salvo poi ritirarsi con tanto di lettera a Repubblica (annessa pubblicità gratuita).

Insomma, secondo Scurati il premio «nel suo piccolo ha qualche somiglianza con il panico morale che descrivo come il male collettivo del contemporaneo: la visione di un mondo in cui tutto è opera di lobby nascoste, retroscena, combine, e il gossip dilaga».

Antonio, cavalier senza macchia né paura, ha deciso di sfidare i meccanismi perversi del sistema. Nella sua battaglia contro gruppi di potere e combine non è però rimasto solo. Ha trovato un alleato in Giulio Lattanzi, il quale intervistato dal Corriere della Sera spiegò con rammarico: «L’autocandidatura di Antonio Scurati alla Strega? Non basta per sancire la fine delle lobby e delle consorterie degli editori e dei raggruppamenti editoriali».

Ma chi è questo Lattanzi nemico giurato delle consorterie? È il direttore generale della Rcs Libri. Il quale nell’intervista ha spiegato: «Noi sosterremo ovviamente il suo romanzo, in cui crediamo molto». “Noi”, ovviamente, sta per il gruppo Rcs, che sul quotidiano di Rcs sostiene un autore pubblicato da Bompiani (di proprietà del gruppo Rcs). Niente lobby nascoste, per carità. Qui sono tutte ben in vista.

Nella sua lotta per la vittoria, tuttavia, lo scrittore che sognava il premio Strega ha udito il rumore sordo della battaglia. Giocata su più fronti.

Prima, ha dovuto fare i conti con un piccolo inconveniente sorto in casa Bompiani. È accaduto infatti che a maggio due Amici della Domenica (i giurati del premio), Paolo Terni e Ugo Leonzio, hanno presentato un altro scrittore pubblicato dallo stesso editore: Wilson Saba, autore del romanzo Giorni migliori. Il quale, però, è stato silurato all’ultimo momento dalla lista dei candidati. «Se Bompiani vuol far vincere Scurati, non ha nessun interesse a mandare avanti sia me sia lui», spiegò Saba a Libero. «Si dividerebbero i voti e contro l’einaudiano Tiziano Scarpa sarebbe una sfida impossibile: serve fino all’ultimo voto».

Poi, per Antonio sono arrivate altre difficoltà. Al momento di entrare in cinquina, il suo bottino non è stato clamoroso: soltanto 40 preferenze, soltanto cinque in più di Andrea Vitali, il meno votato di tutti. E intanto Tiziano Scarpa lo guardava dalla vetta dei propri 59 consensi.

Secondo qualcuno, Scurati si sarebbe dato parecchio da fare nelle settimane precedenti la votazione finale. Elido Fazi (patron dell’omonima casa editrice), ha insinuato su Repubblica che lo scrittore di origini partenopee «telefona a tutti per avere quello che lui chiama un voto utile, utile a lui si intende». Certo, l’accusa di Fazi era interessata. Lui puntava alla vittoria di Cesarina Vighy, l’esordiente settantenne autrice di L’ultima estate.

Anche Elido, comunque, ce l’aveva con le lobby. Con le lobby degli altri, s’intende. Secondo lui, Mondadori-Einaudi sono una macchina imbattibile e avrebbero già deciso il vincitore del 2010: Alessandro Piperno, con la sua tanto attesa seconda prova da narratore.

Chissà che con la vittoria di Antonio Scurati le cose non cambino, e che la consorteria di Segrate venga finalmente sconfitta. Al suo posto, è si riscalda già la lobby Rcs-Bompiani, pronta a riscuotere ciò che si merita. La lobby è morta, viva la lobby.”

7 pensieri su “UN UOMO PREVIDENTE

  1. Iersera Alberto Bevilacqua ricordava, quasi presagendo il finale-thriller, di quando con “La califfa” arrivò secondo allo Strega, battuto per soli due punti da Giovanni Arpino. Asciugate le lacrime, Scurati si sarà consolato: può considerarsi il Bevilacqua del terzo millennio. Eppoi è giovane, e come canta il poeta, «il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette».

  2. Massimo, certo che ha vinto Scarpa. Peccato che fino alla mattina si trovasse ancora l’articolo che dava Scurati vincitore…
    atellani: questo è un ottimo modo per non farmi visitare il vostro blog, temo.

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